In Ticino si discuterà presto sulla riforma della legge tributaria, quella che fissa le imposte. Diverse le misure che stanno per arrivare sui banchi del Parlamento. Luca Berti ci spiega che cosa cambierà.
“Partiamo dal perché di questa riforma. Il 1° gennaio, tra poco più di un mese quindi, il moltiplicatore d’imposta cantonale torna al 100%. Dal 2020 è al 97%. Quindi per quattro anni tutti i ticinesi hanno beneficiato di uno sconto del 3% sulle imposte cantonali (ma non su quelle comunali e questo vedremo è un dettaglio importante). Senza dei correttivi, dall’anno prossimo in poi i cittadini dovrebbero dunque pagare di più e il Cantone incasserebbe così circa 45 milioni extra. Non lo si vuole, e quindi quei 45 milioni li si “investono” in misure di riduzione fiscale.
Quali dunque le misure che si mettono in campo?
La prima, una di quelle che forse fa più discutere. Si tratta di uno sconto d’imposta dell’1,66% per tutti. Un taglio all’imponibile proposto dalla Commissione della gestione. Quale è l’inghippo? È che, se si tocca l’imponibile, si tocca tutto quanto dipende da questa cifra, quindi non solo le imposte cantonali (come sinora) ma anche le imposte comunali. Detta altrimenti: i comuni o si troveranno a innalzare il moltiplicatore per compensare o perderanno in media l’1,33% del gettito, partecipando obtorto collo alla misura fiscale cantonale. Non ne sono contenti, tanto che hanno preso posizione in maniera veemente.
Ci sono anche altre misure…
Sì, altre quattro - queste proposte dal Governo. La prima misura aumenta le deduzioni per spese professionali da 2’500 a 3’000 franchi. E poi (per la maggioranza della commissione) a 3’500 dal 2026. C’è poi la volontà di limitare al 3% l’imposta dovuta quando si preleva la pensione. Di fatto cambia qualcosa solo per chi preleva più di mezzo milione. E poi la riduzione delle imposte di donazione e successione. Oggi non si pagano tra parenti diretti, sono invece abbastanza alte fra - per esempio - partner di fatto, fratellastri o figli di un partner. La riforma vuole così tenere conto delle nuove forme di famiglia. E poi vuole favorire la continuità delle aziende: cederle ai figli non costa, ma costa circa il 42% in imposta di successione se la si vuole lasciare a - per esempio - un dipendente meritevole. Qui la riforma prevede uno sconto del 50%.
Ne rimane però ancora una parecchio contestata...
Sì, soprattutto dalla sinistra. È la diminuzione dal 15 al 12% di quanto devono pagare d’imposta i ricchi. E quando parliamo di ricchi, s’intende i single con un imponibile annuo superiore ai 290’000 franchi e ai coniugi che guadagnano più di 360’000 franchi. Qui la proposta è di ridurre gradualmente l’importo nei prossimi 6 anni.
In tutto questo, è possibile dire chi risparmierà e chi no?
Sono talmente tante le variabili che si possono solo dare alcuni spunti. Con questa configurazione, ad avere una riduzione certa saranno i redditi alti, chi ha un capitale piuttosto elevato nel fondo pensione e deve ritirarlo oppure chi prevede delle donazioni. Per la maggior parte si potrebbe assistere a una leggera riduzione delle imposte - oppure a un non aumento - però dipende molto dalle spese professionali da dedurre e se il comune non aumenterà il moltiplicatore per compensare quanto perderebbe. Nel caso più estremo, se dovesse aumentare il moltiplicatore comunale e non si hanno deduzioni professionali, ecco lì potrebbe esserci un certo aumento dell’imposta.
Il nodo delle imposte per i ricchi
Legge tributaria, i due rapporti firmati dalla Commissione della Gestione
SEIDISERA 28.11.2023, 18:25
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