Ticino e Grigioni

Levatrice aggiunta in ospedale: un cantiere sempre aperto

Dopo il via libera politico in Ticino di 4 anni fa e i recenti appelli, l’EOC spiega a che punto è la concretizzazione della proposta

  • 29 maggio 2024, 11:28
  • 29 maggio 2024, 12:35
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In Ticino si torna a chiedere le levatrici aggiunte negli ospedali

SEIDISERA 28.05.2024, 18:48

  • iStock
Di: Romina Lara 

In Ticino si è tornati a chiedere la reintroduzione della figura della levatrice aggiunta negli ospedali. Negli anni ci sono stati vari appelli, se n’era occupata anche la politica con un via libera, nel 2020, da parte del Parlamento cantonale. Siccome non c’è stata ancora nessuna concretizzazione, la richiesta è stata riattualizzata di recente, in particolare durante la presentazione dell’indagine intitolata “Mamma.Nascita.Libertà”, coordinata da Angela Notari, e svolta tramite un questionario che ha raccolto le voci di oltre 1’700 neomamme che hanno partorito in Ticino negli ultimi 5 anni. Molte testimonianze hanno evidenziato quanto il tema della levatrice di fiducia sia e resti sentito. Lo sottolineano anche due professioniste del settore: Anna Fossati, levatrice indipendente e cofondatrice della Casa maternità e nascita “lediecilune” con sede a Lugano-Besso, e Veronica Grandi, co-presidente della Sezione ticinese della Federazione svizzera delle levatrici. Quest’ultima sottolinea come prima del Covid, nel 2017, si fosse iniziato a lavorare insieme all’EOC su questo tema. “Poi c’è stato il Covid e tutto si è fermato. Quando la sezione Ticino ha provato a rilanciare il progetto e la sua attuazione all’interno dell’ente ospedaliero, gli interlocutori all’interno dell’ente stesso erano cambiati e quindi abbiamo dovuto ricominciare da capo a costruire le basi. Ma in questo momento non ci sono state delle risposte positive o addirittura in alcuni momenti, una volontà di collaborare su basi di problematiche o di dubbi rispetto al progetto stesso, la sua attuabilità nella situazione attuale delle varie maternità ticinesi”.

Però in 37 ospedali svizzeri la figura della levatrice aggiunta c’è. Cosa comporterebbe per voi poter accompagnare la mamma anche in sala parto?                

“Quando si arriva all’interno dell’ospedale come levatrice aggiunta la levatrice diventa dipendente dell’ospedale e quindi si allinea ai protocolli dell’ospedale. In questo modo si garantisce la qualità delle cure, come la struttura ospedaliera ha deciso di proporle all’interno delle sue sale parto. Quello che si può notare dalle realtà oltralpe, dove la levatrice aggiunta fa parte della quotidianità di alcune strutture, è che le famiglie che si rivolgono alla levatrice aggiunta sono delle famiglie che hanno dei bisogni specifici ed esigenze molto particolari, ma che rimangono di nicchia. Sono dei numeri che rimangono estremamente bassi”.

La risposta dell’Ente ospedaliero cantonale

Sulla questione abbiamo raccolto anche il punto di vista dell’Ente ospedaliero cantonale, visto che proprio l’EOC era stato incaricato di concretizzare la proposta. Ci ha risposto il professor Andrea Papadia, direttore medico del Dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’EOC.

Professor Andrea Papadia nel 2020 c’è stato il via libera della politica a reintrodurre in Ticino la figura della levatrice aggiunta per fare in modo che chi segue le gestanti già prima possa accompagnarle anche durante il momento clou del parto in ospedale. Nel rapporto accolto dal Gran Consiglio, l’EOC veniva invitato a concretizzare la proposta con un progetto “da presentare in un tempo ragionevole”. Sono passati quattro anni e questa figura ancora non c’è. Perché?                 

“È una situazione un pochino più articolata di così, poiché nel 2020 - 2021 e parte del 2022 ci siamo occupati in maniera sostanziale del Covid e quindi, evidentemente, questo progetto che prevedeva l’introduzione di elementi esterni all’interno di strutture dove veniva già centellinata la presenza del personale per evitare il contagio, è stato messo in standby. Successivamente è stato riaperto insieme ad altri tre cantieri su richiesta dell’associazione “Nascere bene Ticino”: era appunto uno dei quattro punti richiesti, tra cui c’era anche lo sviluppo di un protocollo per il parto cesareo dolce, lo sviluppo della Camera famiglia e la valutazione del tema della violenza in sala parto. Gli altri tre temi sono stati portati a conclusione o sono in fase di conclusione. Il tema della levatrice aggiunta ha un suo gruppo di lavoro che sta ancora lavorando a questo progetto, quindi di fatto è il tema che è partito in ritardo per via del Covid ed è anche un tema che chiaramente è di soluzione un pochino più complessa perché prevede anche degli equilibri soprattutto di responsabilità un po’ più delicati”.            

Dunque ci si può aspettare che si darà comunque seguito alla richiesta visti appunto i diversi appelli, di cui l’ultimo pochi giorni fa?
                

“Ma noi sicuramente diamo seguito a questa proposta nei termini in cui esiste un gruppo di lavoro che sta valutando come procedere per introdurla e le posso anticipare che verosimilmente la direzione nella quale stiamo andando è quella di produrre una cornice che determini, in maniera un po’ più chiara e univoca l’ambito di libertà di lavoro dell’ostetrica che, ricordo, è assolutamente formata per gestire non solo la gravidanza, ma anche il travaglio e la nascita fisiologiche. Però devono essere molto ben definiti questi parametri, idealmente valutati internamente dal personale interno prima di aprirsi all’esterno. Mi permetta anche di dire che la formula ideale per un parto di questo tipo è all’interno di una casa nascita che sia collocata in maniera strategica, vicino a una struttura ospedaliera che possa far fronte alle richieste mediche qualora il parto derivi dalla normalità. Quindi una forma in realtà ancora più strutturata e più solida ed è questo che la letteratura scientifica internazionale scrive”.
                

Le cito una frase nel messaggio che poi è stato votato in Parlamento: “L’EOC è disponibile ad attuare la proposta che di per sé richiede solo alcuni accorgimenti organizzativi e amministrativi”. Sembrava una cosa facile, ma si sta rivelando più complicato del previsto? Quali sono dunque i nodi da sciogliere?
                

“Sono fondamentalmente quelli della responsabilità. Le responsabilità, quando interviene e fino a dove ha spazio d’azione una levatrice aggiunta, dove la responsabilità invece ricade sul medico di picchetto. Sono cose di questo tipo: c’è un gruppo di lavoro che si sta occupando di questo”.
               

A proposito di questo gruppo di lavoro, vi siete dati anche un orizzonte temporale?
                

“So che la prossima riunione è all’inizio di giugno. Non è stato stabilito un termine entro il quale definire una proposta, questo no”.

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