Lotta ai passatori più efficace

Si affinano le risorse per la lotta ai passatori: il GIRP, ovvero la speciale unità investigativa interforze attivata in Ticino nel 2015 è ora passata sotto l'egida della polizia giudiziaria, nello specifico sotto la TESEU, la sezione che si occupa di inchieste relative ai reati di tratta di esseri umani, promovimento della prostituzione, usura e infrazione alla legge federale sugli stranieri.

Il riassetto è avvenuto lo scorso febbraio. Il commissario capo Renato Pizzolli, portavoce della cantonale conferma: da allora è aumentata anche l'attività investigativa. Si è proceduto in questo senso “sulla base dei buoni risultati operativi riscontrati”, spiega Pizzolli ai nostri microfoni, e per “ottimizzare il lavoro e la collaborazione con il ministero pubblico, nonché per permettere un intervento immediato 24 ore su 24”, poiché le risorse a disposizione possono ora essere impiegate in modo più flessibile.

Traffico di manodopera sull'asse Kosovo-Svizzera

Le statistiche dell’Amministrazione federale delle dogane parlano di 24 sospetti passatori intercettati in Ticino entro fine febbraio; in marzo si sono contati almeno un paio di altri casi, tra cui il fermo a Ponte Tresa di un passatore che trasportava 11 kosovari. Caso che si è scoperto legato all’inchiesta sui permessi falsi: si è quindi delineato un presunto traffico internazionale di manodopera sull’asse Kosovo-Svizzera.

“Questa situazione – ci spiega il commissario capo Pizzoli – è legata allo sfruttamento di manodopera estera e possibile caporalato. È un caso legato appunto alle attività della TESEU”.

Finora il GIRP era stato diretto dal capitano Christophe Cerinotti, coordinatore del Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso, il CCPD, che manterrà il suo ruolo istituzionale di contatto con le autorità estere, in particolar modo italiane.

CSI/Red.MM

CSI 18.00 del 26.03.2017: il servizio di Romina Lara