Il lungo tempo trascorso dai fatti risalenti al decennio scorso ha fortemente ridotto l'interesse attorno al caso a luci rosse dell'allora ben noto bar Rosa Nera di Chiasso approdato martedì di fronte alla Corte delle Assise criminali. I quattro imputati, tre uomini e una donna, devono rispondere di un giro di circa 200 prostitute sudamericane e esteuropee che facevano lavorare nel postribolo e alle quali subaffittavano appartamenti da 700-1'000 franchi al mese a 120 franchi al giorno. Il tutto con un guadagno di diverse decine di migliaia di franchi, accumulato tra il 2008 e il 2010, quando era scattato il blitz di polizia.
Con il passare degli anni, diversi reati (come l'incitazione al soggiorno illegale o l'appropriazione indebita d'imposta alla fonte) sono caduti in prescrizione. Non così però quelli più gravi: usura per mestiere e promovimento della prostituzione. Due capi di imputazioni per i quali la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha chiesto condanne fino ad un massimo di 24 mesi, tutte con il beneficio della condizionale, in virtù della lentezza del procedimento (l'atto d'accusa principale è di 5 anni fa).
Le difese (gli avvocati Sabrina Aldi, Stefano Genetelli, Daniel Ponti e Carlo Steiger) si esprimeranno mercoledì mattina, ma già hanno annunciato che si batteranno per l'assoluzione dei loro assistiti.
Diem/CSI
Dal Quotidiano:
CSI 18.00 del 07.03.17: la diretta di Daniela Giannini
RSI Info 07.03.2017, 20:06
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