Era già in attesa di giudizio quando, pochi giorni prima del processo, rimase coinvolto in un pestaggio; quello scoppiato la mattina del 7 luglio 2024 fuori da una discoteca nel centro di Lugano.
Da un lato lui e un paio di amici. Dall’altro cinque giovani, tra i quali una ragazza. Secondo il procuratore pubblico Simone Barca il 21enne ticinese (difeso da Stefano Stillitano) avrebbe colpito uno di loro con un pugno, per poi sferrargli tre calci alla testa. Calci potenzialmente letali. Due sarebbero andati a segno, fratturandogli la mandibola.
La scorsa settimana Barca ha firmato l’atto d’accusa, per i reati di rissa e di tentato omicidio intenzionale. Ipotesi a cui si sommano le imputazioni riferite al consumo di droga e alla detenzione illegale di armi. A casa sua sono infatti stati trovati coltelli, una pistola softair, stelle da lancio e bastoni tattici allungabili.
Il tutto – come detto – in aggiunta agli addebiti precedenti, da ricondurre al rapimento avvenuto a Figino nell’agosto del 2023. Il 21enne e altre tre persone portarono un uomo in una fattoria di Vezia. Lì lo picchiarono brutalmente, fino a fargli supplicare la madre di intervenire per estinguere il debito che reclamavano.
Contro il giovane, che sta espiando anticipatamente la pena, Barca intende chiedere una pena superiore ai cinque anni di carcere. A suo favore la perizia psichiatrica ha ravvisato una lieve scemata imputabilità. Alto il rischio di recidiva.
Quotidiano del 19.03.2025