Modem puntata speciale

Maltempo, parlano cittadini e autorità

Due mesi dopo le alluvioni e le frane che hanno colpito la Mesolcina e la Vallemaggia

  • 29 agosto, 13:31
  • 30 agosto, 14:13
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Speciale Maltempo: due mesi dopo

Modem 29.08.2024, 08:30

  • KEYSTONE/Michael Buholzer
Di: Roberto Porta 

“Non ci arrenderemo, troveremo sicuramente una soluzione, sperando di individuarla qui in Val Bavona, le zone rosse sono tante, però vogliamo trovare una soluzione, la passione c’è, andremo avanti di sicuro”.

Sono parole di Vicky Flori che con la famiglia gestiva un’azienda agricola a Fontana, una struttura che l’alluvione dello scorso 29 giugno ha completamente distrutto. Propositi simili, nella puntata di Modem di oggi, anche da Giorgia Mattei, la sua azienda in Valle di Peccia è stata messa in zona rossa, non potrà più essere utilizzata. “Io sono sempre una persona molto positiva, penso sempre che questa regione diventerà più bello di prima – queste le parole di Giorgia - ci sono dei buoni presupposti per restare, dobbiamo ripartire da zero ma la motivazione c’è ancora”.

Due voci che ci fanno capire quanto forte sia la volontà della popolazione locale di continuare a far vivere queste regioni periferiche. E di farlo anche realizzando nuove strutture di protezione, come ad esempio i bacini di contenimento, per frenare colate di fango e detriti. Un tema che ha toccato anche il sindaco di Lostallo Nicola Giudicetti, e qui passiamo alla Mesolcina, l’altra regione colpita dal nubifragio, era il 21 giugno. A suo dire c’è di certo un aspetto positivo da sottolineare: “Avevamo quindici bacini di contenimento da svuotare dopo l’alluvione, di cui quattro o cinque che avrebbero messo in pericolo nel nostre frazioni, ora a due mesi di distanza possiamo dire che siamo riusciti a risanare questi bacini”. Strutture che ora sono ancora in grado di affrontare eventuali forti nuove precipitazioni e di proteggere così gli abitati.

Per il presidente del Consiglio di Stato grigionese, Jon Domenic Parolini, nelle zone alpine i rischi naturali fanno parte della quotidianità: “Eventi come la frana di Bondo o quella di Brienz ci ricordano che viviamo in una regione in cui le forte naturali giocano un ruolo importante, così come lo sono anche i rischi”.

E proprio a proposito dei rischi Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara ritiene che “si debba fare in modo che il nostro territorio possa continuare a vivere, siamo coscienti che non lo si potrà fare ovunque però il nostro obiettivo è quello di realizzare il maggior numero di protezioni possibile per poter continuare a vivere e non soltanto a sopravvivere”.

Per la sindaca di Cevio, Wanda Dadò, “il piano delle zone di pericolo non deve essere temuto, anzi è lo strumento che ci permetterà di proteggere la popolazione. Se penso ad esempio alla Valle Bavona va messa in protezione anche la strada, per i turisti ma anche per chi ci lavora”.

Ma per le opera di protezione ci sarà bisogno anche di investimenti finanziari importanti ma anche di nuove procedure. E qui il presidente del Consiglio di Stato ticinese Christian Vitta ha fatto notare che, pur nel rispetto di un quadro legale definito, c’è necessità di poter agire in modo più snello rispetto al solito: “Occorre considerare che la ricostruzione in queste zone richiederà tempi e modalità che non sono quelli di una situazione ordinaria”
 
 

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