L’inchiesta avviata dalla procura ha chiarito le cause della tragedia che si consumò il 2 luglio 2018, a Camorino, quando due operai italiani (di 25 e 36 anni) morirono travolti da un cassero utilizzato per la posa dei ripari fonici lungo la A2.
Il cassero in questione – ha stabilito la perizia giudiziaria – cadde perché su quello con cui faceva coppia mancavano degli ancoraggi. Le cosiddette farfalle di sicurezza, che avrebbero dovuto tenere unite le due pareti. Il rapporto precisa che ne sarebbero bastate un paio, da posizionare sulla parte superiore, circa a metà della struttura.
Convinta che le farfalle fossero state fissate, una delle vittime ordinò di togliere l’escavatore che reggeva il cassero davanti a loro. E così, nel giro di un attimo il pannello rovinò addosso ai due. Uno morì all’istante; l’altro poco più tardi.
Il procedimento penale per omicidio colposo è tuttora aperto contro ignoti. Al procuratore pubblico Pablo Fäh, titolare delle indagini, il compito di trarre le debite conclusioni.
Perizia sull'infortunio mortale a Camorino
Il Quotidiano 12.06.2019, 21:00