I risultati delle elezioni cantonali hanno modificato il panorama politico ticinese. Lo scorso 2 aprile, infatti, i partiti che non fanno gruppo in Parlamento hanno complessivamente ottenuto più del 14 per cento dei voti. Un dato che li rende più appetibili in vista del prossimo appuntamento elettorale: le federali tra sei mesi, quando pochi voti potrebbero dare o togliere un seggio a Berna. Le manovre quindi sono già cominciate.
“La campagna sarà sicuramente più accesa: è meno scontato è il risultato, sia per quanto riguarda il Nazionale, sia soprattutto per gli Stati”, sostiene ai microfoni della RSI Oscar Mazzoleni, direttore dell’Osservatorio vita politica regionale dell’Università di Losanna.
Una battuta da corridoio dice che in Ticino la vera campagna elettorale comincia il 2 di aprile. La fine delle cantonali insomma smuove le strategie per le federali con le loro congiunzioni di lista. Complicatissima ma non impossibile quella tra PLR e il Centro… “Nel 2019 le intese (fra i due partiti, ndr.) non hanno portato i risultati sperati – spiega il politologo -, bisogna capire se i risultati delle ultime cantonali modificheranno gli orientamenti e faranno convergere i due partiti. D’altra parte, liberali e Centro si trovano in una situazione nuova, perché sono emersi nuovi partiti, come Avanti e Verdi liberali, che hanno un po’ scompaginato le previsioni e in un certo senso si vedono come attori che possono contribuire a ridefinire le alleanze e le intese in vista delle Federali”.
Avanti Ticino e lavoro e Più donne saranno della corsa e potrebbero scegliersi un grande per compagno. Stesso discorso probabilmente per Verdi liberali, incerte per contro le intenzioni dell'uscente centrista Marco Romano che si chiariranno a breve.
Tiene intanto l'accordo tra Ps e Verdi, che quattro anni fa spazzarono via la frammentazione, inglobando comunisti, Pop e Forum alternativo, i quali potrebbero o dovrebbero essere della partita.
“La novità delle cantonali, più che aver aumentato la frammentazione a sinistra e a destra, è l’aver reso più affollato il centro. A sinistra non sembra esserci un vantaggio nel risultato delle cantonali, poiché né Verdi liberali né Avanti sono potenzialmente alleati con socialisti e verdi”, aggiunge Mazzoleni.
Da capire le intenzioni di MPS; mentre è data per certa la congiunzione Lega-UDC. “Penso che la vera posta in gioco per la destra sia il seggio di Marco Chiesa agli Stati e su questo seggio si giocherà la scommessa dell’alleanza fra i due partiti che, seppur con qualche mal di pancia, saranno spinti a rinnovare il reciproco appoggio”, conclude Mazzoleni.
Una o due candidature agli Stati? I conti si faranno alla fine. Anche con Helvethica Ticino, pronta a lanciarsi nella mischia.