La presenza del movimento Avanti, la percezione di una lista blindata e il distanziamento dell'elettorato progressista: sono i tre motivi che i due co-presidenti del Partito socialista ticinese, Fabrizio Sirica e Laura Riget, identificano per spiegare il risultato negativo del PS alle elezioni cantonali di domenica.
Il comitato si è riunito mercoledì sera a Bellinzona per analizzare la sconfitta, perché di sconfitta si è trattato: l'alleanza rosso-verde ha difeso con Marina Carobbio il seggio in Consiglio di Stato, ma - pur contenendo le perdite - i socialisti hanno ceduto terreno in Gran Consiglio con conseguenze anche sulla composizione delle commissioni (tema quest'ultimo comunque ancora aperto).
"Certamente non ci accontentiamo", ha affermato Sirica ai microfoni della RSI, "l'elettorato vicino ha ritenuto magari troppo al sicuro il seggio in Governo, cosa che non era successa quattro anni fa quando era accorso un importante voto utile. Ma va detto che noi correvamo non per difenderci ma per aumentare, questo lo abbiamo riconosciuto. È comunque una delusione e il dato è insoddisfacente".
È stata messa in discussione anche la comunicazione. "Dobbiamo chiederci come raggiungere meglio le persone oppure essere più credibili", riconosce Sirica, "e la risposta che ci siamo dati è quella di lavorare ancora di più sui temi, nelle associazioni e sul territorio dove si acquisisce questa credibilità. C'è poi la questione di "aprire maggiormente il partito nelle scelte decisionali", perché "così non ha funzionato".
L'ora dell'autocritica in casa socialista
Il Quotidiano 06.04.2023, 19:00