Marco Marenco, l’imprenditore italiano arrestato venerdì scorso a Lugano dalla polizia cantonale e dalla polcomunale in relazione a un crac finanziario valutato in 3,5 miliardi di euro, rischia fino a trent’anni di carcere. Lo afferma martedì il quotidiano torinese La Stampa, rammentando che Marenco ha alle spalle una serie notevole di fallimenti e debiti.
Secondo le autorità italiane, il “buco” generato dall’ex patron di Borsalino potrebbe andare oltre quanto stimato. Inoltre, gli inquirenti hanno ribadito che i reati non si limiterebbero alla bancarotta fraudolenta, ma comprenderebbero pure appropriazione indebita, evasione fiscale, truffa e riciclaggio.
I magistrati hanno poi dichiarato d’avere trovato l’uomo d’affari astigiano grazie al suo account su Skype, visto che evitava attentamente di usare telefoni fissi e cellulari. Scoperta su Internet la presenza di Marco Marenco a Lugano, la sua presenza è stata confermata analizzando le immagini dei sistemi di videosorveglianza attivi a Lugano.
EnCa