È stato condannato venerdì a una pena di 13 anni e 6 mesi lo svizzero, di origini polacche, che nel febbraio del 2022, a Bellinzona, colpì con una mazza da gioco, ripetute volte alla testa, un italiano, verso il quale aveva un debito di 25’000 franchi. La sentenza è stata pronunciata poco fa, a Lugano, dal giudice delle Assise criminali Amos Pagnamenta, che ha ritenuto l’imputato, oggi 51enne, colpevole del reato di tentato assassinio. Dovrà inoltre seguire un trattamento ambulatoriale.
“La colpa dell’imputato è di una gravità oggettiva estrema - ha detto Pagnamenta -. Ha agito senza scrupoli. A sangue freddo, prima colpendo la vittima da tergo e poi continuando la mattanza mentre era al suolo”.
Lo scontro con la vittima avvenne all’interno di un magazzino attiguo alla stazione di servizio in via Motta. Il creditore da tempo sollecitava la somma pattuita per la compravendita di un furgone di sua proprietà. L’imputato aveva però ceduto il veicolo ad una terza persona per saldare un debito. Un buco scaccia buco che è stato la scintilla del litigio culminato in un momento di violenza durante il quale il residente nel Bellinzonese ha inferto almeno sette bastonate sul capo del 59enne, provocandogli gravi lesioni.
Nel annunciare la sentenza, il giudice ha definito “subdole e perverse le modalità, come abietto e ignobile era il movente. Seppellire il debito insieme alla vittima”.
Il dibattimento ha cercato di chiarire se per il 51enne si poteva configurare il reato di tentato assassinio o un eccesso di legittima difesa. Su un solo punto accusa e difesa si sono trovate d’accordo, che l’imputato è “un bugiardo incallito”. Per la procuratrice pubblica Pamela Pedretti, che ha chiesto 14 anni di carcere, “la sua intenzione era dargli una lezione e riuscire a ucciderlo, non certo a chiarirsi”.
Secondo la difesa, invece, la condanna per uno “scontro reciproco, e non unilaterale” non doveva superare i 4-5 anni, con una pena pecuniaria sospesa. L’avvocato Maria Galliani ha infatti auspicato “una pena giusta, per quanto oggettivamente accertato”, configurabile nel reato di tentato omicidio con dolo eventuale commesso in un eccesso di legittima difesa. “Si sarebbe difeso dalla vittima, che quel giorno era particolarmente arrabbiata” per il somma sempre procrastinata, aggiungendo che “in nessun momento sarebbe stata in pericolo di morte”.
Accusato di tentato assassinio
Il Quotidiano 06.03.2024, 19:00