Gli addentellati con la Svizzera dell'inchiesta "Jonny", inerente la sottrazione di soldi destinati all'accoglienza dei migranti ospiti del Cara di Isola Capo Rizzuto in Calabria, sono diversi.
Secondo la Direzione distrettuale antimafia (Dda), figura di spicco del raggiro da 3,5 milioni di euro sarebbe un parroco della Fraternità della Misericordia, che gestisce il centro per i migranti e che avrebbe avuto "la capacità di riciclare il danaro in Svizzera per il tramite di un fratello ivi dimorante", soldi che sarebbero finiti in banche e società elvetiche. Il fratello, residente in Ticino, raggiunto da Tio.ch, ha negato ogni addebito.
La mappa dei centri per i migranti in Italia
Tali accuse saltano fuori da intercettazioni telefoniche già dal 2008 e da un "pentito" nel maggio 2016. "I soldi, dicono due interlocutrici, li manda lì (Svizzera) tutti da Isola". Gli investigatori hanno già attivato i canali internazionali per proseguire le indagini dopo la ricostruzione dei movimenti bancari. Tra i fermati anche una persona nata nel canton Turgovia, ma residente a Cosenza.
ATS/sdr