Stop alle strutture federali sotterranee per i richiedenti l'asilo in Ticino. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) risponde così alla Commissione per la prevenzione della tortura che in un recente rapporto ha preso posizione sul tema. Lo stop sarà decretato dalla seconda metà di quest'anno, quando - secondo previsioni - entrerà parzialmente in funzione il nuovo centro di Pasture (a cavallo tra Balerna e Novazzano). Tra le strutture che dovranno chiudere c'è anche il rifugio di Biasca.
Ma perché un rifugio sotterraneo non è idoneo? "Perché manca luce e non circola aria" spiega alla RSI Giorgio Battaglioni, già responsabile della Divisione della giustizia del Canton Ticino, e vicepresidente della Commissione nazionale per la prevenzione della tortura. "Raccomandiamo di evitare il collocamento innanzitutto dei minorenni" aggiunge, "ma il problema esiste anche per le famiglie con bimbi piccoli; per questa categoria di persone vulnerabili il collocamento non è opportuno perché non permette un'adeguata separazione".
Tutti, secondo la Commissione, non dovrebbero in ogni caso alloggiare in un bunker per più di 3 settimane. Eppure, a Biasca, cifre della Segreteria di Stato della migrazione, in questi giorni ci sono 33 richiedenti l'asilo: 4 uomini, 16 donne e 13 minori accompagnati. Soggiorno medio: 1 mese e mezzo. "La SEM condivide l'opinione della Commissione", ci spiega la portavoce Katrin Schmitter "e per il futuro lo scopo è quello di non dover più aprire alloggi sotterranei per il funzionamento ordinario". La protezione civile di Biasca, aggiunge, verrà chiusa appena l'edificio transitorio in zona Pasture verrà aperto.
Biasca, con il rifugio della protezione civile di Stabio e l'attuale centro di Chiasso verranno quindi utilizzati come soluzione ponte fino all'apertura parziale di Pasture prevista per la seconda metà dell'anno. Fin qui il rapporto della Commissione che, lo ripetiamo, ha visitato solo i centri federali. Quanto scritto però – ci ha confermato Giorgio Battaglioni, è valido anche per le strutture cantonali. In Ticino, lo ricordiamo, recentemente tanto si è parlato di Camorino perché un gruppo di cittadini ne chiede la chiusura. Il Dipartimento della sanità e della socialità, da noi sollecitato, oggi si limita a ricordare che la struttura è temporanea e che è già in fase di progettazione un nuovo centro polivalente. Fuori terra, va da sé.
CSI/FrCa