A Lugano, in questa giornata soleggiata e con temperature davvero miti, c’è anche chi è salito in vetta al Monte Bré, approfittando della riapertura della funicolare e del ristorante. In particolare, turisti provenienti dalla Svizzera tedesca. I problemi nel tunnel di base del San Gottardo, con viaggi più lunghi fra nord e sud, non sembrano aver scoraggiato questi visitatori.
Sono invece forse i luganesi ad essersi un po’ disaffezionati negli anni da questo monte. Un dato che ha indotto la società della funicolare ad adoperarsi “per offrire delle nuove attività interessanti proprio per i locals”, ci dice la responsabile della comunicazione Isabelle Rohrseitz. Nuove offerte, quindi, come pranzo e funicolare ad un prezzo speciale, corsi di yoga, brunch, attività per famiglie e bambini e possibilità di organizzare feste.
“Adesso che il Covid è finito ed è diminuito un attimino il turismo dobbiamo concentrarci anche su un’altra tipologia di clientela. Il ticinese può essere una di queste”, commenta in chiave più generale il vicepresidente di HotellerieSuisse Ticino Massimo Perucchi. Intanto a Lugano, e lo si dice da un po’, la parola chiave è destagionalizzazione del turismo: una sfida che rimischia le carte in tavola. Ma la città ce la sta facendo? “Assolutamente si”, risponde Perucchi, evidenziando il dato che concerne l’apertura degli alberghi. “Noi vediamo che nel Locarnese più del 50% degli hotel rimangono chiusi durante il periodo invernale, mentre a Lugano rimane quasi tutto aperto”. A Lugano la scommessa della destagionalizzazione sembra così essere vinta, mentre “per quanto riguarda invece il resto del Ticino c’è ancora molto da fare”.