In Ticino, una famiglia su quattro è monoparentale e il 24% è in una condizione tale di povertà da non disporre neanche dei soldi per far fronte dignitosamente ai prossimi tre mesi.
Si tratta perlopiù di donne, con figli minorenni. E sono la fascia della popolazione più esposta e più fragile. Lo ha testimoniato di recente uno studio intitolato “Rapporto sociale: statistica sulla povertà in Ticino”, di Francesco Giudici e Alessandra Zanzi (USTAT).
La testimonianza
“Mio figlio me l’ha detto spesso: siamo poveri! Tu e papà non avete niente da darmi. Però io credo fermamente che abbiamo tanto e che è tutto relativo”.
Sono le parole di una donna, che ha accettato di raccontare al Quotidiano la sua quotidianità, tutta in salita con l’ansia di non arrivare a fine mese e poter pagare l’affitto. Con l’assistenza e gli assegni di famigliari integrativi (che hanno l’obiettivo di coprire il fabbisogno dei ragazzi fino ai 15 anni) riesce a sbarcare il lunario. Le difficoltà delle famiglie monoparentali si riflettono spesso sui figli, che crescono in questi nuclei e vedono quindi minacciato il loro diritto a un “sano sviluppo a livello fisico, mentale, intellettuale e sociale”.
“L’amministrazione è complicata. Faccio fatica ad arrivare a capire come funziona esattamente e dare tutte le informazioni tempestivamente a tutti gli enti. È un lavoro! E poi c’è tutto l’aspetto emotivo dell’essere sussidiata, aiutata. Posso solo dire grazie perché mi aiutano, ma debilita anche a livello di chi siamo come persone come cittadini e per quello che valiamo”. Si sente ancora gravata da debiti? “L’assistenza è un debito, quello si. Mi piacerebbe anche vederlo come un “rendere” quello che ho ricevuto ma è chiaramente una montagna”.
Nel nome della povertà: la testimonianza
RSI Info 03.02.2024, 07:57
L’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali ha uno sportello di consulenza. E nel 2023 ha già fornito consulenza a 700 persone.
Chi sono? Alessia Di Dio risponde: “La maggior parte delle persone che si rivolgono a noi con problemi di natura economica sono madri monoparentali e le ragioni alla base delle loro difficoltà sono di diverso tipo. Il nocciolo del problema sta nel fatto che quando c’è una separazione o un divorzio c’è un impoverimento di entrambi i genitori, ma sono colpiti in particolare i nuclei famigliari in cui nel quotidiano vivono i bambini e alla cui testa c’è quasi sempre una madre. Questo perché c’è un deficit finanziario e le entrate non sono più sufficienti a coprire le esigenze dei due nuovi nuclei, al genitore non affidatario per legge viene garantito il minimo vitale. Il deficit va così a gravare sul nucleo in cui vivono i bambini e queste mamme devono farsi carico della cura dei figli, provvedere a gran parte del loro sostentamento, della conciliazione fra famiglia e lavoro e della richiesta delle prestazioni sociali a cui hanno diritto”.
Si sa che le famiglie monoparentali sono quelle che restano di più in una situazione di disagio. Anche per 3 anni consecutivi.
Chi rimane povero più a lungo
Perché? Risponde sempre Alessia Di Dio: “Le famiglie monoparentali tendono a restare più a lungo in una situazione di povertà perché la loro è una condizione strutturale e non dovuta a un disagio individuale. È una condizione per cui non esistono ancora misure e risposte adeguate a livello di aiuti economici”.
Il Ticino è comunque uno dei cantoni più all’avanguardia per quanto concerne le prestazioni sociali. Nel 2021 sono stati versati tra assegni famigliari integrativi e di prima infanzia 37 milioni e mezzo di franchi, pari a 3740.- per individuo. Tra le cartine di tornasole ci sono anche i dati dei genitori che non pagano gli alimenti, costringendo di fatto l’ex partner a delle difficoltà finanziarie, ma il trend è in miglioramento.
Quando un genitore non paga gli alimenti
Nel nome della povertà: famiglie monoparentali
RSI Info 03.02.2024, 08:03
Alessia Di Dio, queste sono buone notizie? “Sono dati in netta contraddizione con tutti gli altri di cui disponiamo, che indicano invece un progressivo peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie monoparentali”. D’altra parte ”al nostro sportello negli ultimi anni constatiamo una progressiva tendenza alla diminuzione dell’ammontare dei contributi di mantenimento. Ci sono stati cambiamenti a livello di diritto di famiglia e giurisprudenza che stanno probabilmente incidendo in modo negativo. È quindi urgente disporre di una fotografia aggiornata per prendere misure realmente efficaci”.