Buona falda non mente, anche perché in Svizzera vigilano 550 piezometri, apparecchi per analizzare le acque sotterranee. Una ventina si trovano sul territorio ticinese. I dati del monitoraggio effettuato nel 2022 e nel 2023 rivelano che il TFA (acido trifluoroacetico) è presente ovunque, ma in sole due stazioni, una nel Mendrisiotto e l’altra nel Locarnese, la concentrazione supera il microgrammo per litro.
A sud delle Alpi, come sulle Prealpi o sopra i 1’000 metri, si registrano i valori più bassi di questa sostanza che fa parte della famiglia dei PFAS. Dove ci sono molte terre coltivate, invece, la presenza aumenta (anche del 60%). “Non c’è di che preoccuparsi attualmente - dice alla RSI Mauro Veronesi, capo dell’Ufficio cantonale protezione acque e approvvigionamento idrico - . È vero che non ci sono dati precisi sulla tossicologia di questa sostanza, ma prendendo spunto anche dai Paesi limitrofi sappiamo che non dovrebbe creare problemi. In Germania è stata fissata una soglia a livello di acqua potabile di 60 μg/litro. Ma noi siamo decisamente al di sotto di questi valori”.
Berna non tergiversa e scrive che “il TFA è di gran lunga la sostanza chimica artificiale più diffusa nelle acque sotterranee”. E i colpevoli vengono indicati, possono essere le piogge con i gas refrigeranti e i propellenti. Ma in cima alla lista ci sono i prodotti fito-sanitari. “In Ticino il quadro è sicuramente positivo rispetto a quanto riscontrato nel resto della Svizzera. Questo TFA proviene essenzialmente dall’agricoltura. È un prodotto della degradazione di erbicidi. L’agricoltura è presente soprattutto sull’Altipiano, mentre nel nostro cantone non è così impattante. Per cui non c’è da sorprendersi che le concentrazioni siano così basse”.
In Svizzera nel 2022 sono state usate 40 tonnellate dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari. Per la metà sono erbicidi usati nella coltivazione di mais, cereali e patate. “Se in futuro dovesse esserci un’evidenza che questa sostanza ha delle caratteristiche di tossicità, allora - dice Veronesi - bisognerà agire sui precursori e rivedere l’omologazione di questi principi attivi. E se del caso passare a un principio meno problematico”. Per evitare di mettere sotto pressione l’acqua.