“Le persone che saranno ricoverate e che non potranno più occuparsi dei loro animali, saranno costrette a rivolgersi alle nostre strutture che finiranno inevitabilmente sotto pressione”, afferma Emanuele Besomi, presidente della Società protezione animali di Bellinzona, preoccupato per un possibile sovraffollamento dei rifugi a causa del dilagare dei contagi da coronavirus in Ticino.
Il maggior numero di persone costretto all’isolamento, sia a domicilio che in ospedale, per via dell’emergenza sanitaria, potrebbe gravare sui servizi per la tutela degli animali che fanno capo a una forza lavoro prevalentemente volontaria.
Si presenta quindi un doppio problema: da una parte l’aumento delle cessioni motivate, dall’altra la diminuzione dei volontari che possono garantire l’accudimento degli animali. Da qui nasce l’invito di Besomi alle persone a dimostrare solidarietà nella gestione degli animali nel loro ambiente famigliare e alle autorità cantonali di non sottovalutare la situazione nel contesto della crisi pandemica.