Non ci sarà una sottocommissione ad hoc sul progetto “La scuola che verrà”, la cui sperimentazione è stata bocciata alle urne lo scorso settembre. La commissione scolastica aveva deciso di creare questo organo per trovare delle proposte che potevano essere messe in atto entro aprile, ma, come detto, nulla da fare, poiché non si è trovato un accordo fra i gruppi parlamentari. Il dossier è invece in mano al consigliere di Stato Manuele Bertoli, il quale oggi, lunedì, è stato sentito proprio dalla commissione scolastica per illustrare il suo piano.
Le proposte in campo, ha spiegato ai nostri microfoni, solo legate al docente di classe, “per il quale possiamo prevedere qualche ora in più per accompagnare meglio l’allievo nella scelta del post-scuola dell’obbligo”, alla questione delle giornate nelle settimane progetto, “nelle quali – spiega Bertoli – è possibile inserire delle opzioni ma ci vuole il riconoscimento del tempo per la preparazione di questi importanti momenti”, e per quanto riguarda “la questione dell’estensione dei laboratori che già esistono nella scuola media ma in misura insufficiente, non nel concetto della Scuola che verrà per sostituire i livelli, ma nella parte che già oggi è a tronco comune”.
Lasciata per ora da parte la questione dei livelli di scuola media, che, continua Bertoli, “verosimilmente verrà ripresa nella prossima legislatura”.
CSI/ludoC