L’Ospedale della Beata Vergine di Mendrisio è attivo come un vero nosocomio di frontiera per i migranti, ma non si fanno differenze tra chi arriva dal Centro temporaneo di Rancate e chi proviene “direttamente dal confine”. Lo spiega alla Regione Ticino martedì il direttore Graziano Selmoni, precisando che nella struttura si è ormai “abituati ad affrontare questa casistica e ci abbiamo messo l’anima poiché abbiamo sviluppato una cultura” in merito. Infatti l’OBV, unico in Ticino, dispone della figura della mediatrice culturale preziosa in determinati frangenti.
I dati forniti dal cantone mostrano un numero limitato di ricoveri registrato tra l’apertura del centro (agosto 2016) e il 31 dicembre 2017. In tutto sono state 45 le persone curate (27 nel 2016, 18 l’anno dopo), con un’incidenza sulla quotidianità trascurabile, ossia lo 0,45% dei ricoveri e lo 0,41% dei giorni di degenza. Selmoni rileva che, avendo collaboratori formati, quelle che da fuori potevano esser percepite come situazioni d’emergenza in realtà non sono state un problema.
EnCa