L'Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST) si schiera contro ll’iniziativa No Billag, in votazione il prossimo 4 marzo che, se approvata, porterebbe alla chiusura della RSI.
"Proponendo di abolirne la principale fonte di finanziamento, l'iniziativa non fa altro che mettere in discussione l’esistenza e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo. I numeri in questo senso sono piuttosto chiari, dato che la perdita del 75 per cento delle entrate sarebbe difficilmente compensabile", si legge nel comunicato di mercoledì, diramato dal sindacato.
"Qual è la natura del servizio pubblico offerto dalla SSR? È quella di promuovere la comprensione reciproca e la coesione del paese, di favorire la libera formazione di opinioni del pubblico, di proporre contenuti culturali... A tutti questi elementi, che configurano la SSR come un servizio irrinunciabile, va aggiunto il forte l’impatto economico e occupazionale: solo in Ticino più di mille persone occupate", sottolinea il sindacato.
Red.MM/M. Ang.
Per saperne di più:
- Votazione popolare del 4 marzo 2018: Iniziativa "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo"