Due anni e mezzo di carcere, di cui sei mesi da espiare. È la richiesta di pena presentata nel primo pomeriggio di venerdì dal procuratore generale John Noseda nei confronti dell’ex patron dell’Oceano di Pazzallo, Ulisse Albertalli, e della figlia. Entrambi sono stati rinviati a giudizio davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano per rispondere di usura aggravata e promovimento della prostituzione (vedi correlati).
Secondo l'accusa, tra il 2010 e il 2012, quando Albertalli era il gestore del postribolo sul Pian Scairolo, i due imputati hanno sfruttato lo stato di bisogno di alcune straniere, affittando camere a prezzi "manifestamente sproporzionati". Si parla di una media di 45 donne che al giorno pagavano la stanza fino a 180 franchi.
I due imputati, tuttavia, respingono fermamente le accuse. "Non sono un magnaccia, ho fatto sempre il gestore", ha chiosato stamani Albertalli.
La difesa ha invece chiesto il proscioglimento totale. La sentenza è attesa in serata.
CSI/Swing/ludoC