Dopo il "sì" delle società sportive, venerdì, a Lugano, è stato l'MPS, promotore del referendum, a presentarsi davanti alla stampa per presentare le proprie ragioni lo portano a dire "no" al Polo sportivo e degli eventi.
I referendisti, che il 28 novembre porteranno al voto la popolazione di Lugano criticano moltissimi aspetti del progetto. Parlano di una "speculazione immobiliare" dai costi spropositati, puntano il dito contro "l'assoluta mancanza di sensibilità ambientale (non è previsto nemmeno un pannello solare)", e sull'ipoteca finanziaria che peserà sulle spalle dei cittadini per quasi 30 anni. Il tutto, per un totale di spesa che vien ritenuto irragionevole: 233 milioni per le opere prettamente sportive, 450 milioni totali con le altre opere, dalle torri per attività commerciali e amministrative, alle quattro palazzine.
"Non siamo contro i contenuti sportivi. I sostenitori parlano come se esistesse solo lo stadio o il palazzetto dello sport, ma per decisione del Consiglio comunale, la questione sportiva è stata inserita in un grande pacchetto che comprende la parte speculativa e immobiliare che costituisce i due terzi del progetto PSE. È questo il vero problema. Se non si può votare su due soggetti diversi è perché hanno voluto legare le cose", ha dichiarato Matteo Poretti del comitato contro il PSE.