Il traguardo per raggiungere la parità di genere è ancora lontano. Lo certificano i dati aggiornati del quadro statistico sulle pari opportunità fra i sessi in Ticino; dati raccolti dall'ufficio di statistica (USTAT).
Le donne, per esempio, nel settore privato hanno salari più bassi del 15,8% rispetto agli uomini, per un totale di circa 850 franchi in meno al mese. Nell’ambito pubblico i salari sono più alti e la differenza salariale in proporzione è minore rispetto a quello privato, ma nemmeno questo settore è risparmiato dal fenomeno. La differenza tra i salari maschili e femminili, infatti, è pur sempre del 12,5% e corrisponde a circa 930 franchi/mensili.
Le statistiche forniscono anche alcuni elementi sulla “segregazione verticale”, ovvero sulle differenze di carriera tra i generi. Solamente una donna su cinque esercita una funzione di responsabilità o è membro di direzione, mentre poco meno di un uomo su tre occupa queste posizioni. Al contrario, le donne occupano più spesso degli uomini posti senza funzione di responsabilità e lavorano meno come indipendenti.
CSI 18.00 del 17.10.2019 La parità passa anche dall'abbattimento dei muri fra lavori "maschili" e "femminili": il reportage di Francesca Calcagno su quanto si fa nelle scuole medie
RSI Info 17.10.2019, 20:10
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Le donne ticinesi hanno acquisito il diritto di partecipare attivamente alla vita politica solo nel 1969, (decenni dopo gli altri Paesi europei, Repubblica italiana compresa, dove le donne possono votare dal 1946). Se negli anni il loro numero è stato altalenante ma sempre nettamente minoritario (tra i 7 e i 14 seggi), con le elezioni del 2015 c’è stato un lieve recupero. Pur restando in minoranza, tra il 2011 e il 2015 sono passate da 14 a 22, raggiungendo quota 24 durante la legislatura. L’incremento di donne elette si limita però al Gran Consiglio, poiché nelle altre istituzioni politiche non si sono verificati altrettanti miglioramenti. Per quanto riguarda i Municipi, i Consigli comunali e la deputazione ticinese all’Assemblea federale, le percentuali di donne sono rimaste praticamente invariate (tra il 15% e il 30% circa). Ha invece perso la sua unica rappresentante femminile il Consiglio di Stato, che è ora composto solamente da uomini (tornando quindi alla situazione riscontrabile dal 1971 fino alle elezioni dell’aprile 1995).
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Il quadro statistico sarà aggiornato annualmente l'8 marzo in occasione della Giornata internazionale della donna.
M. Ang.