I tre cittadini iracheni a processo da ieri (mercoledì) a Lugano, accusati di aver trasportato illegalmente 243 migranti irregolari dall’Italia alla Germania passando per il Ticino, sono stati condannati oggi dal giudice Amos Pagnamenta.
Tutti e tre sono stati riconosciuti colpevoli del reato di incitazione all'entrata, alla partenza o al soggiorno illegali aggravata, perché la Corte ha riconosciuto che i tre hanno agito in gruppo, con pene dai 10 mesi (imputato con ruolo minore) ai tre anni parzialmente sospesi. Per tutti e tre è stata inoltre ordinata l'espulsione dalla Svizzera, a cui la difesa si opponeva.
Risultano invece tutti prosciolti dal reato di usura aggravata, in quanto gli importi che richiedevano ai migranti irregolari non sono stati ritenuti sufficienti a configurare il reato. La Corte, accogliendo la tesi difensiva, ha in sostanza confermato che gli importi che i tre ricevevano dai migranti non erano così sproporzionati rispetto ai servizi che offrivano: 600 euro da Varese alla Germania è equiparabile al costo di un taxi legale.
Il presidente della Corte il giudice Amos Pagnamenta ha comunque definito molto grave la colpa dei due imputati principali, due 46enni curdo-iracheni residenti nel Luganese. Grave perché hanno approfittato dello Stato (ricevevano gli aiuti sociali) per mettere in piedi un’attività illecita altamente lucrativa. E poi anche per via del numero di trasporti (fino a 4-5 al giorno). Insomma "la loro intensità delinquenziale - ha affermato Pagamenta - è allarmante". I due sono stati condannati rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e 3 anni parzialmente sospesi. L'espulsione è stata decretata anche se i due hanno famiglia in Ticino.
Criticata la procuratrice pubblica
Il giudice Pagnamenta ha anche criticato apertamente la procuratrice pubblica Chiara Buzzi, affermando che la Corte ha avuto problemi nell’accertare i fatti, che l’atto d’accusa conteneva numerose imprecisioni (ad esempio nel numero di trasporti effettuati, ma anche negli importi ricavati). Insomma, secondo la Corte la procura poteva fare meglio.
La pp Buzzi aveva chiesto per i due principali imputati 3 anni e 9 mesi di detenzione e rispettivamente 3 anni e 3 mesi, accompagnati da pene pecuniarie. Per il terzo imputato, con un ruolo minore, erano stati chiesti 20 mesi sospesi.
Le difese degli imputati invece si sono battute questa mattina per una massiccia riduzione della pena; tutti e tre i legali avevano contestato in particolare l’usura aggravata e questo perché, a loro dire, gli importi che i loro clienti avevano ricevuto dai migranti per le prestazioni che offrivano non erano sufficienti a configurare questo reato. Per dirla diversamente, l’importo chiesto non era sproporzionato rispetto al viaggio che veniva garantito. E neppure, sempre secondo i legali, è stato sfruttato lo stato di bisogno dei migranti visto che avevano già raggiunto uno stato Schengen (l’Italia) dove avrebbero potuto chiedere l’asilo.
La vicenda è stata ricostruita nei dettagli ieri in aula, quando è emerso che in soli due mesi e mezzo, tra il 6 luglio e il 20 settembre scorsi, sono stati compiuti 82 trasporti. Un traffico importante, tanto per le sue dimensioni quanto per i suoi legami con il Ticino, dove risiedono i due condannati principali e dove veniva utilizzato, come base e alloggio temporaneo per i migranti, un appartamento di Paradiso.
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