Le FFS adottarano una misura sproporzionata quando il 7 maggio del 2014, alla fine del turno di lavoro, fecero perquisire sistematicamente le borse dei collaboratori alle Officine di Bellinzona. La compagnia avrebbe potuto scegliere altri mezzi per sensibilizzare sul fatto che il personale non può portare a casa del materiale, ha stabilito il Tribunale amministrativo federale.
Stando alla sentenza pubblicata oggi, giovedì, le ferrovie avrebbero dovuto per esempio organizzare una seduta informativa o inviare una direttiva scritta. Prima del controllo a sorpresa, rilevano ancora i giudici di San Gallo, non era stato constatato nessun incremento dei furti che potesse giustificare una misura così drastica.
Il provvedimento era stato contestato da quattro dipendenti e dai sindacati Unia e Transfair.
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