Ticino e Grigioni

Più difficile vendere case

La causa: "Troppa offerta e prezzi eccessivi"

  • 14 giugno 2013, 20:34
  • 5 giugno 2023, 21:02
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In Ticino ci vuole sempre più tempo per vendere una casa o un appartamento, soprattutto nel Luganese. Se in passato bastavano pochi mesi, oggi ci si può impiegare anche un anno. I motivi del rallentamento sono essenzialmente due: l’eccessiva offerta e i prezzi esorbitanti. Inoltre, dal primo luglio 2012 accendere un’ipoteca è più difficile: servono parecchi contanti (10% del valore dell’edificio) e l’acquirente deve impegnarsi a ridurre il credito di almeno un terzo in 20 anni. Pare volgere al termine, dunque, l’euforia del settore immobiliare.

Lo suggeriscono gli addetti ai lavori: Matteo Arcuri, di ImmolifeTicino, e Thomas Kaiser, di Topswiss. Per capire se questa tesi “di pancia” sia suffragata anche da dati oggettivi, bisogna spulciare i dossier dell’Ufficio di statistica del Canton Ticino.

Troppe costruzioni

Basta contare le gru sulle colline per intuire che s’è costruito e si costruisce troppo. E a confermarlo ci pensano i numeri: nel 2011, tra Airolo e Chiasso, sono state completate 477 case unifamiliari; il 17% in più rispetto al 2010 (dopo diversi anni di regressione).

Prezzi esorbitanti

Nel 2005 e nel 2011 c’è stato grossomodo lo stesso numero di compravendite immobiliari: circa 5'300. Gli oggetti sono però diventati più cari. Il valore nominale delle transazioni ha sfiorato i 2 miliardi e 700 milioni nel 2008, per poi sfondare il muro dei 3 miliardi e 700 milioni nel 2011. In soldoni, i prezzi di case e appartamenti sono aumentati mediamente di 230'000 franchi “al pezzo”.

Di positivo c’è che la vera impennata del valore nominale delle transazioni immobiliari si è concretizzata entro il 2007 (+50% tra il 2003 e il 2007), dopodiché, nonostante i tassi di interesse ai minimi storici, c’è stato un rallentamento (+7% tra il 2008 e il 2011); forse la tanto temuta bolla speculativa non esiste. Forse.

Il mattone tira ancora

A tranquillizzare gli addetti ai lavori, ci pensa un rapporto pubblicato a marzo sempre dall’Ufficio di statistica cantonale: dal 1999 al 2013, in Ticino, gli investimenti ipotecari sono quasi raddoppiati, superando quota 35 miliardi (cfr. grafico). In teoria, dunque, il mattone tira ancora.

“Di certo è calata la domanda locale - spiega Arcuri - oltre il 50% degli acquirenti è italiano; poi ci sono i clienti dell’est e quelli scandinavi”.

Dato che gli italiani occupano una grossa fetta di mercato, conclude Kaiser, “resta da capire se il contingentamento dei permessi B, attivo dal primo giugno per i paesi dell’Eurozona, frenerà ulteriormente le vendite, visto che il documento è necessario per comprare una casa”.

Angelo Dandrea

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