Non sono i costi o le entrate a segnare la chiusura - annunciata venerdì - della piscina di Carona il prossimo anno. Il suo destino sarebbe infatti legato a quello del villaggio Glamping firmato Touring Club Svizzero: “L’abbiamo sempre detto e ci dicevano che era un ricatto - dice Roberto Badaracco, capo Dicastero cultura, sport ed eventi di Lugano -. In realtà non è un ricatto, ma la situazione reale con cui siamo confrontati. Se c’è un indotto, che ci porta qualcosa anche come turismo e promozione, la Città investe perché ne vede una contropartita. Ma altrimenti non può continuamente gettarci soldi che vanno in niente. La struttura costerà anzi sempre di più se non viene rinnovata”. Il vicesindaco aggiunge che è inutile mettere dei cerotti su una piscina che richiede un intervento di manutenzione totale.
Dall’altro lato della vasca, l’associazione xCarona non comprende come la Città non possa investire - per il 2025 - 350’000 franchi per mantenere un servizio alla popolazione importante. “È chiaro che c’è preoccupazione. Non vorremmo che fosse un pretesto per arrivare a dire: o mangi la minestra o salti la finestra”, replica Nicola Morellato, che si dice anche perplesso sulla cifra: “Perché minacciare la chiusura davanti a un investimento che è relativamente basso? Ci si chiede su cosa si basino i 350’000 franchi, visto che sino a ieri non se ne sapeva nulla”.
Ma la situazione, per Baradacco, è oggi questa. “Già otto anni fa, come Municipio dicevamo che dovevamo comunque trovare un progetto per rilanciare la piscina di Carona. Questo progetto l’abbiamo trovato con il TCS ed era secondo noi l’unico che giustificasse un investimento della Città”.
Una prospettiva che Morellato di xCarona, respinge: “Si dice che il TCS è un treno che non passa più. Ma in base alle cifre il TCS verserebbe come canone annuale d’affitto di 68’000 franchi. Su un investimento di 10,5 milioni, in 40 anni ne ammortizzerebbe 2,7. Quindi ballano 8 milioni”.
Perplessità, domande e tre opposizioni alla variante di Piano regolatore prevista per l’inserimento del progetto “Glamping TCS”, variante indispensabile per garantire il finanziamento del comparto. Un affaire à suivre ora in mano al Consiglio di Stato.