Ticino e Grigioni

Poliziotti alla sbarra

Nel 2015, a Camorino, i due agenti dei reparti mobili avrebbero picchiato un cittadino rumeno

  • 20 ottobre 2017, 19:58
  • 23 novembre, 03:53
Una simulazione di arresto a Camorino

Una simulazione di arresto a Camorino

  • ti-press

Due agenti della polizia cantonale ticinese compariranno presto alla sbarra. Il procuratore generale John Noseda li ha infatti rinviati a giudizio, con le accuse di lesioni semplici e abuso di autorità. I fatti – di cui si è avuto notizia soltanto ora – risalgono al 23 gennaio 2015. Sarebbero avvenuti a Camorino, nel garage della centrale, al rientro da un intervento che aveva portato al fermo di un gruppetto di ladri.

Tra questi la presunta vittima, che i due poliziotti avrebbero trascinato, spintonato e ripetutamente picchiato. L’atto d’accusa parla di una serie di pugni, a cui sarebbero seguiti alcuni calci sul retro del ginocchio. Il cittadino rumeno (rappresentato da Koko Ramella) avrebbe poi ricevuto almeno una ginocchiata nelle parti intime, prima di essere sbattuto contro la parete e vedersi stringere una mano al collo. Il tutto mentre era nudo e ammanettato.

Gli imputati, difesi da Andrea Bersani e Brenno Canevascini, negano però ogni addebito. Sostengono di avere agito in maniera corretta, come confermerebbero le testimonianze dei colleghi e delle altre persone arrestate quel giorno.

Da notare che uno degli agenti è già noto alla giustizia. Nel 2015 era stato condannato per quanto accaduto durante la “Notte Bianca” del 2011. Dopo una rissa – si ricorderà – aveva portato tre richiedenti l’asilo a Ponte Brolla e alla foce della Maggia, lasciandoli sul posto a “sbollire la rabbia”.

Francesco Lepori

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