Il Parlamento federale ha concesso lunedì sera in via definitiva la garanzia federale alla Costituzione ticinese, dopo la modifica a seguito dell'accettazione dell'iniziativa Prima i Nostri. Rimangono comunque degli interrogativi sui margini d'applicazione.
Il relatore della commissione, Marco Romano, ha rilevato che la modifica costituzionale non contraddice il diritto federale superiore. La commissione è giunta unanime a questa conclusione, ha spiegato il popolare democratico ticinese secondo il quale il margine di manovra per l'applicazione è sì ridotto, ma non quasi nullo come invece ritenuto dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga. Per Marco Romano, se la legge d'applicazione dovesse violare il diritto superiore o internazionale (libera circolazione delle persone e convenzione dell'Associazione europea di libero scambio), potrà essere contestata in sede giudiziaria.
"Il Parlamento ticinese, oggi, si trova nella condizione di poter legiferare, di creare una legge d'applicazione diversa da quella federale, ma conforme al volere del popolo ticinese", ha detto il consigliere nazionale UDC Marco Chiesa ai microfoni della RSI. "Non credo — ha aggiunto — che ci sia nessun problema a farlo e, qualora ci fosse, sarà un giudice a stabilirlo".
L'iniziativa "prima i nostri" era stata lanciata dalla sezione ticinese dell'UDC e sostenuta dalla Lega. L'iniziativa, approvata dal popolo il 25 settembre del 2016, mira a proteggere la manodopera e istituire la preferenza indigena.
ATS/px/Notiziario 20.00