Ticino e Grigioni

Processo sprint di Ermani, il giudice nella bufera

Nessun accenno né della difesa né dell’accusa alla legittimità del presidente della Corte a tenere il dibattimento su un caso di atti sessuali

  • 26 agosto, 12:38
  • 26 agosto, 19:55
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RG 12.30 del 26.08.2024: Il servizio di Umberto Gatti sul processo per atti sessuali con una fanciulla

RSI Info 26.08.2024, 12:46

  • Tipress
Di: RG/RSI Info 

Un ventenne è stato condannato lunedì mattina alle Assise criminali di Lugano per atti sessuali con una fanciulla. I fatti risalgono all’anno scorso e in poche ore il procedimento è arrivato a una sentenza. La Procura ha proposto nei confronti di un 22enne svizzero una pena di 30 mesi da espiare, pena confermata dalla Corte, la quale ha auspicato che il ragazzo possa cambiare regime carcerario.

Ma l’attenzione stamane era tutta per il presidente della Corte, Mauro Ermani. Si tratta infatti del primo processo condotto dal giudice finito nella bufera per un’immagine sconcia da lui inviata a inizio 2023 a una segretaria, presunta vittima di mobbing. Le polemiche sono rimaste tuttavia fuori dall’aula. Nessun accenno né da parte della difesa né della procura sulla legittimità di Ermani a presiedere un processo che, tra l’altro, tratta di abusi sessuali.

Da più parti politiche, ma non solo, nei giorni scorsi è stato chiesto un passo indietro al giudice dopo che è stato reso pubblica la foto, inviata da Ermani, che raffigura una donna seduta su una panchina con accanto due enormi falli sovrastati dalla scritta “aula penale”.

Un messaggio che si iscrive in una vicenda ben più complessa. All’origine c’è un presunto caso di mobbing a cui sono poi seguite segnalazioni e denunce incrociate tra i cinque giudici del Tribunale penale cantonale. Una questione che, sempre questo lunedì, sarà al centro della riunione della Commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio.

Ventiduenne condannato a 30 mesi da espiare

I fatti giudicati lunedì in aula penale risalgono ai primi mesi del 2023, quando l’allora ventenne ha avuto rapporti non completi con una quindicenne. L’imputato,  accusato di atti sessuali con fanciulla, estorsione ripetuta, somministrazione di sostanze pericolose a minori e pornografia dura, ha ammesso le sue colpe e ha collaborato durante tutte le fasi del processo.

In carcere, inoltre, ha volontariamente abbandonato i medicamenti e ha richiesto di avere un supporto psicologico individuale e di gruppo. Il giovane ha alle spalle una situazione familiare complessa e caratterizzata dalla prematura scomparsa di alcune figure di riferimento. La perizia psichiatrica ha evidenziato che l’imputato è affetto da disturbo della personalità multipla e da tossicodipendenza multipla.

Da parte sua il giudice Ermani ha sottolineato il grande lavoro fatto dall’imputato per il proprio recupero, con un percorso terapeutico che viene definito a buon punto.

La difesa non si è opposta alla pena richiesta per l’imputato che si trova in carcere preventivo da 18 mesi e si è detto disposto anche a continuare il carcere in regime aperto. Una condizione che gli permetterebbe di frequentare uno stage lavorativo trovato grazie all’aiuto di un suo ex docente.

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Occhi puntati sul Tribunale penale ticinese

Il Quotidiano 26.08.2024, 19:00

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