Ticino e Grigioni

Veleni nel Tribunale: “Vicenda destinata a finire male”

Le valutazioni del direttore delle Istituzioni, Norman Gobbi, sullo scontro tra giudici per il quale è stato nominato un procuratore pubblico straordinario

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Norman Gobbi si esprime sullo scontro in atto a Palazzo di giustizia

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Di: RG/Berti/RSI Info

“Questa vicenda non andrà a finire bene. Comunque vada a finire”. È stato questo, racconta lo stesso Norman Gobbi alla RSI, il primo pensiero del direttore del Dipartimento delle istituzioni di fronte allo scontro in atto nel Tribunale penale cantonale.

Una querela penale, come noto, è stata inoltrata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti contro il presidente dello stesso tribunale Mauro Ermani, il vicepresidente Marco Villa e il giudice Amos Pagnamenta. Una denuncia che fa sfociare nel penale la bufera già in essere da qualche tempo.

“Non andrà a finire bene - spiega ulteriormente Gobbi - per il funzionamento stesso del Tribunale penale cantonale, perché questi cinque giudici lavorano sì in maniera indipendente, però devono anche comunque lavorare assieme, visto che fanno tutti parte della stessa Corte. Dall’altra parte va fatta anche una riflessione sulle istituzioni giudiziarie che da questa vicenda non ne usciranno bene”.

I perché della scelta fuori cantone

A trattare l’incarto penale sarà il procuratore pubblico straordinario in arrivo dai Grigioni. “Prima di tutto - evidenzia il consigliere di Stato - non poteva essere un procuratore pubblico ticinese, proprio perché lavorano regolarmente con i giudici del tribunale penale cantonale. L’altra valutazione è stata quella di evitare, visto che il Canton Ticino comunque è piccolo e tutti si conoscono, di attivare un avvocato, un ex magistrato ticinese e quindi abbiamo optato per una scelta fuori Cantone. Fortunatamente il ministero pubblico del Canton Grigioni ha messo a disposizione il capo procuratore e supplente del primo procuratore del Canton Grigioni, Franco Passini”.

La foto allegata alla querela

Passini si dovrà occupare anche di una foto quanto meno imbarazzante inviata dal giudice Mauro Ermani ad una segretaria e contenuta nella querela. Intanto sono arrivate le prime reazioni politiche. Tra cui quella di Fiorenzo Dadò, il presidente della commissione Giustizia e diritti del parlamento. “Un giudice che si occupa anche di giudicare reati sull’integrità delle persone e di pedofilia, che si permette di mandare a segretarie foto oscene di questo genere. Evidentemente una riflessione seria la deve fare. Se lo stesso fatto avvenisse per un politico, la sera stessa sarebbero già giunte probabilmente le richiesta di dimissioni”.

RG delle 24.00 del 21.08.24, il servizio di Luca Berti

RSI Info 20.08.2024, 21:06

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