La costituzione svizzera si occupa già della famiglia: l'articolo 116 per esempio regolamenta i compiti della Confederazione per quanto riguarda gli assegni famigliari e l'assicurazione maternità. Troppo poco per una costituzione che fissa regole per gli ambiti più disparati, dalla formazione musicale alla produzione cinematografica, si è detto Norbert Hochreutener, che nel 2007 - come consigliere nazionale PPD - aveva inoltrato l'iniziativa parlamentare sulla promozione della famiglia. Il nuovo articolo costituzionale prevede che la Confederazione e i cantoni siano i promotori della conciliabilità tra la famiglia e il lavoro o una formazione; in particolare i cantoni devono pianificare le strutture necessarie, come nuovi asili nido o mense scolastiche. E se l'offerta non fosse appropriata la Confederazione potrebbe avere l'ultima parola, non sui dettagli, ma sui principi.
Una libera scelta
Molte donne - constata il consigliere federale Alain Berset - rinunciano ad avere figli perché non esistono le strutture necessarie. Compito dello stato - sostengono i fautori - è creare le condizioni quadro perché le famiglie possano scegliere liberamente. La società cambia, e così i modelli di famiglia - famiglie allargate, monoparentali, etc - in una realtà economica in cui un secondo stipendio è diventato sempre più una necessità. In alcune regioni e cantoni è cronica la mancanza di posti negli asili nido - in Svizzera ne mancano 120mila, sostiene il comitato del sì, composto da PPD, Ps, Verdi, Verdi liberali, PBD e Partito evangelico, sindacati e varie associazioni come Pro Familia e Pro Juventute.
Una questione privata
Non vogliamo "bambini statalizzati" ribatte l'UDC, il partito in prima fila nella campagna del NO, sostenuta da un PLR meno compatto e da alcune frange dell'UDF, unione democratica federale. La famiglia deve restare una questione privata, ribadiscono i contrari che temono una pianificazione statale della politica famigliare con il rischio di deresponsabilizzare i genitori e le aziende. Il principio - insistono - potrebbe inoltre aprire le porte alla creazione di un congedo parentale generalizzato di 24 settimane. I posti negli asili nido sono sufficienti; e in ogni caso non occorre un articolo costituzionale per crearne di nuovi. Le statistiche degli ultimi anni lo dimostrano: dal 2004 in Svizzera sono stati creati 39'500 posti nelle strutture diurne, ovvero una progressione del 70 percento.
Ma quanto mi costi?
A preoccupare poi sono le conseguenze finanziarie: ai contribuenti - hanno calcolato gli oppositori - il nuovo decreto sulla famiglia potrebbe costare fino a 12 miliardi di franchi. Una cifra che comporterebbe un aumento delle imposte, con la conseguenza che nelle giovani famiglie entrambi i genitori siano obbligati a lavorare - è convinta la consigliera nazionale UDC Nadja Pieren. Impossibile quantificare gli eventuali costi - ammettono i fautori - perché tutto dipenderà dalla legge d'applicazione. In ogni caso consentire alle famiglie di conciliare famiglia e lavoro, significa anche che più genitori che avranno la possibilità di lavorare, senza pesare sugli aiuti sociali: una prospettiva - assicurano i fautori - che andrà a tutto vantaggio dell'economia e delle casse statali. Il sostegno alla famiglia non deve essere visto come un fattore di costo, ma come un investimento.
Maude , 36 anni, vive sola con suo figlio di 7 anni dopo la separazione dal marito e che per mantenere un'indipendenza economica sceglie di tornare a lavorare quasi a tempo pieno. Oggi ha raggiunto un equilibrio famigliare e professionale.
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VOT FED 3 marzo - testimonianza mamma con musica.MUS
credits 20.02.2013, 15:33
Uomini e tempo parziale? Un binomio ancora raro in Ticino. Ne parliamo con Sabrina Guidotti , responsabile del progetto "LUI" che si occupa di promuovere il lavoro a tempo parziale anche al maschile nella Svizzera italiana. Dopo un'esposizione che ha raccolto le testimonianze e i ritratti di alcuni papà che hanno scelto di lavorare a tempo parziale a marzo viene offerto, per la prima volta in Ticino - in collaborazione con la società impiegati di commercio - un mini-corso di formazione sulla conciliazione lavoro-famiglia riservato agli uomini.
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credits 20.02.2013, 15:50
L'intervista a Daniela Peduzzi , responsabile di SportelloDonna, il consultorio dell' Associazione Dialogare-incontri i battenti nel 1997. Nei suoi oltre 15 anni di attività - con 3522 colloqui sostenuti e oltre 2mila persone incontrate - il consultorio ha raccolto dati che riflettono alcuni significativi cambiamenti sociali. Sono sempre di più le donne che cercano soluzioni per conciliare il lavoro, o una formazione, e la famiglia, ma anche un reinserimento dopo la disoccupazione.
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VOT FED 3 marzo - Intervista Daniela Peduzzi - SportelloDonna.MP3
credits 21.02.2013, 12:52
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