Il Ticino non è risparmiato dal fenomeno dei matrimoni forzati. Anzi. Da gennaio ne sono già stati segnalati cinque. Pari a uno ogni due mesi. A denunciarli sono ragazze che trovano la forza di opporsi al volere dei famigliari e di rivolgersi al progetto PRECOFO, i cui scopi sono proprio la sensibilizzazione e la lotta contro i matrimoni forzati. Matrimoni quindi imposti contro il volere, ben diversi quindi da quelli combinati ai quali i futuri sposi si possono opporre.
Le cinque ragazze residenti in Ticino che hanno hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto hanno tra i 15 e i 20 anni. Con le loro testimonianze stanno facendo emergere una diffusione dei matrimoni forzati ben più ampia di quanto si potrebbe essere credere sulla base dei casi di cronaca come quello della 20enne pakistana di Bellinzona che qualche anno fa fu uccisa dal marito dal quale non le fu permesso divorziare.
PRECOFO, coordinato da Sara Grignoli, lotta contro i matrimoni forzati attraverso la sensibilizzazione di scuole e professionisti. Il progetto va di pari passo con il programma federale lanciato l'anno scorso. Si mira anche a recuperare il ritardo accumulato rispetto ad altri cantoni, come Vaud dove si è attivi su questo fronte da cinque anni.
Proprio per fornire alle donne vittime di nozze forzate gli strumenti necessari per chiedere aiuto, è stato pubblicato in ben 12 lingue l’opuscolo informativo “Io non voglio”. Secondo uno studio in Svizzera tra il 2009 e il 2010 i casi di matrimoni forzati sono stati 350. Mentre più di 650 quelli di impedimento di divorzio.
CSI/Red.MM
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