Ticino e Grigioni

Rete Sant’Anna, “opportunità, ma anche rischi”

“La situazione va osservata con attenzione”, afferma un esperto, in riferimento al nuovo progetto di sanità integrata proposto da Swiss Medical Network

  • 11 ottobre, 05:30
  • 11 ottobre, 08:04
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Di: SEIDISERA/RSI Info 

Per i pazienti, “possono esserci delle opportunità e così come dei rischi”, ha spiegato ai microfoni della RSI Carlo De Pietro, professore del Centro competenze e pratiche e politiche sanitarie al Dipartimento economia aziendale, sanità e socialità della SUPSI. Sotto la lente dell’esperto è finito il progetto della Rete Integrata Sant’Anna promosso da Swiss Medical Network e presentato giovedì.

“Da un lato”, spiega il professore, “le opportunità sono legate ai possibili vantaggi che questa integrazione può portare in termini di percorsi clinici, ovvero una maggiore collaborazione tra gli attori. È ovvio che se gli attori di questo percorso clinico si parlano, si conoscono, condividono informazioni, anche l’efficacia clinica o la qualità del percorso può migliorare”.

“D’altro canto”, prosegue Del Pietro, “è chiaro che, come sempre, questa concentrazione porta con sé, dal punto di vista del paziente, anche un possibile rischio. È come andare presso una grande banca - e mi scuso per la metafora - chiedendo consigli sulla sottoscrizione di qualche fondo azionario: è abbastanza probabile che la banca mi consigli i prodotti che essa stessa offre sul mercato e che non mi proponga esattamente il prodotto finanziario migliore per le mie esigenze. Questo fenomeno può in qualche modo riprodursi anche nel settore sanitario”.

Contenimento dei costi?

“Da un lato il coordinamento delle cure”, prosegue l’esperto, “se la analizziamo in senso tecnico e teorico, dovrebbe poter generare dei risparmi e dei guadagni di efficienza. Banalmente, per esempio, perché magari mi evita di fare 3 o 4 volte lo stesso esame. Però questo al netto di motivazioni economiche e di massimizzazione di profitto che trovano anche il professionista coinvolto in questi incentivi. Insomma, al netto di tante cose, bisogna guardare la situazione con molta attenzione. Sono certo che il Cantone riuscirà a farlo e altrettanto magari lo faremo noi come ricercatori”.

“Chiaro che oggi”, conclude Del Pietro, “i premi bassi credo siano per lo più spiegati da un’autoselezione degli assicurati. Ovvero: chi è che si fida di fare da cavia - lo dico in maniera un po’ brutale - di un modello così radicalmente diverso alle nostre latitudini? Si fida, tendenzialmente, chi sta benino e chi ha voglia di risparmiare. Dunque questa autoselezione in genere spiega molto dei risparmi, in qualche modo apparenti, di questi modelli alternativi”.

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Il privato della sanità in rete

Il Quotidiano 10.10.2024, 19:00

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