Ticino e Grigioni

"Riaperture? Scommessa rischiosa"

Reto Ceschi, responsabile dipartimento informazione RSI, commenta l'allentamento delle restrizioni decise dal Consiglio federale per l'11 maggio

  • 30 aprile 2020, 01:17
  • Ieri, 19:27
02:38

Il commento di Reto Ceschi

Telegiornale 29.04.2020, 22:00

Di: PSo/Red.MM 

"Un clamoroso cambio di passo che ha tutti i contorni della scommessa. Il Consiglio federale ha inserito il turbo", così Reto Ceschi, responsabile del dipartimento informazione RSI, commentando al TG l'allentamento delle restrizioni decise dal Governo per l'11 maggio. "È difficile trovare un medico, uno specialista di malattie infettive, che ora ci dica: “bel colpo, andrà tutto bene”, sottolinea Reto Ceschi. "Scommessa uguale rischio, rischio anche di non vincerla".

"La fretta potrebbe essere cattiva consigliera"

"Colpisce prima di tutto il fatto che la decisione di riaprire, ad esempio, il settore della ristorazione già l’11 maggio (quando l’agenda diceva l’8 giugno), viene annunciata dopo soli tre giorni dalle prime misure di allentamento", dice Ceschi . Non sappiamo nulla del comportamento del virus mentre sta riprendendo a poco a poco la vita economica e già cambiamo il calendario che era stato fissato. Certo, ci sono le ragioni economiche, comprensibili e molto importanti, ma c’è una fretta che – non ce l’auguriamo – potrebbe essere cattiva consigliera. La Svizzera, attraverso il Consiglio federale, fa appello alla nostra responsabilità individuale".

"Messaggio rischioso, ci consegna troppe responsabilità"

"Ancora una volta ci chiede di comportarci in modo responsabile, di continuare a rispettare il distanziamento fisico e le misure d’igiene, anche quando, dopo l’11 maggio, saremo confrontati a quasi tutte le tentazioni che offriva la vita pre Covid-19. Il messaggio è rischioso. Ci consegna tantissime responsabilità. Forse persino troppe".

"In gioco la credibilità delle istituzioni"

"Vincere la scommessa diventa obbligatorio perché se i contagi tornano a crescere la prossima chiusura sarà un colpo durissimo per tutti. Per l’economia certo, e anche per la credibilità delle istituzioni. In gioco c’è davvero tanto e forse un calendario meno affrettato – almeno a Sud delle alpi – avrebbe rassicurato un po’ di più la popolazione".

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