Ticino e Grigioni

Ricette politiche per risollevare le zone alluvionate

Contro i disastri climatici gli approcci dei partiti variano, ma tutti sono concordi su un fatto: le valli vanno aiutate a ripartire

  • 10 luglio, 05:52
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Lavori in corso nell'alta Vallemaggia

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Di: SEIDISERA/Melchionda/RSI Info 

Sono numerose le iniziative in atto per aiutare le zone colpite dalle alluvioni a risollevarsi. Ma non basterà il buon cuore dei privati. Questi disastri significano ovviamente ricostruzione, azioni di concerto tra le autorità e decisioni in tempi ragionevoli per permettere alle valli di ripartire E significano anche idee politiche che guardino al futuro.

Se nell’immediato il Consiglio di Stato possiede i mezzi necessari per intervenire, la questione centrale sarà la gestione del territorio alla luce di fenomeni naturali sempre più estremi e sempre più frequenti. La RSI ha raccolto le ricette del mondo politico.

C’è chi vuole un fondo per il clima come i Verdi, il capogruppo in Gran Consiglio Matteo Buzzi: “Stiamo inoltrandoci in un clima a noi totalmente sconosciuto, quindi saremo confrontati inevitabilmente con degli eventi estremi a cui non siamo abituati, sia in termini di frequenza che in termini di intensità. Bisogna quindi avere degli strumenti economici, di gestione del territorio e di prevenzione nuovi rispetto a quelli che abbiamo avuto in passato. Innanzitutto bisogna avere a disposizione dei fondi finanziari per l’adattamento e questi purtroppo non sono garantiti attualmente. Per questo noi, come Verdi, abbiamo proposto la creazione di un fondo per il clima”.

Chi invece vuol cogliere l’occasione per riorientare le priorità, come dice il capogruppo UDC Sergio Morisoli. “Fuor di dubbio che bisognerà intervenire. Bisognerà intervenire anche in modo e nei tempi giusti, senza strafare, ma nemmeno accumulando dei ritardi. Questa è un’occasione, purtroppo negativa, ma che è molto utile a capire come lo Stato vuole investire i suoi mezzi. Innanzitutto nella ricostruzione, perché vorrà poi dire che bisognerà magari rallentare alcuni altri investimenti o addirittura posticipare quelli non così necessari”.

Per Fabrizio Sirica, co-presidente del PS è ora di aprire gli occhi e agire su due piani. “Sia dal punto di vista preventivo e quindi ragionare, mappare il territorio con molta più attenzione rispetto a questi fenomeni che si verificano sempre più spesso. Poi anche dal punto di vista finanziario, perché l’importante mole di quest’anno inciderà sul consuntivo, perché non abbiamo un fondo sufficientemente predisposto per queste urgenze che ahimé, saranno sempre più violente e sempre più frequenti”.

Visti il clamore degli ultimi scritti del consigliere nazionale Lorenzo Quadri, la prima domanda al vice coordinatore della Lega Daniele Pittaluga è d’obbligo: la posizione del movimento è la stessa di Quadri, quindi basta allarmi meteo farlocchi? “Ma no, assolutamente - risponde Pittaluga -. Lorenzo Quadri ha fatto la sua uscita e nel mentre si è anche scusato. Quindi la posizione della Lega non è assolutamente quella. L’allarme meteo era necessario, lo sarà ancora in futuro. Infatti nell’ultimo weekend, grazie agli allarmi meteo, si sono magari scongiurati anche ulteriori ulteriori possibili drammi”. L’importanza delle zone discoste è centrale e vitale anche per la Lega dei Ticinesi. “Chiaramente le valli sono fondamentali. Per far sì che nelle valli si viva, vanno fatte le infrastrutture, quindi bisogna riprendere le attività, bisogna fare in modo di investire. Bisognerà chiaramente essere molto, molto vicini a queste realtà”.

Sostegno completo alle valli e nello specifico alla Vallemaggia, giunge anche dal PLR. Un loro comunicato del 4 luglio parla chiaro, chiedendo fra l’altro anche una rivalutazione degli strumenti perequativi e di investire, citiamo, massicciamente nella prevenzione.

Molto pragmatico nel suo parere è il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni: “È una fase soprattutto operativa e quindi deve essere innanzitutto il Consiglio di Stato a gestire la questione nel modo meno burocratico e più efficace possibile”. Quando al futuro meno immediato, il capogruppo definisce “comunque buona cosa che lo Stato abbia da parte delle riserve. Se fare un fondo climatico non lo so. Dal mio punto di vista l’importante è che, se bisogna prendere delle misure per migliorare, per aggiornare quello che il nostro piano di protezione, ciò va fatto indipendentemente poi dal nome che si dà ai soldi con cui queste queste misure vengono finanziate”.

Tutto ha un costo e questo avvenimento avrà un impatto anche sull’annoso discorso delle finanze cantonali e del loro riequilibrio.                

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