Ticino e Grigioni

Riorganizzazione della Giustizia, la cura è pronta

In arrivo la risoluzione commissionale che prevede vari aspetti: dal codice etico, al ritorno del sostituto procuratore pubblico ai criteri allargati per la valutazione dei futuri magistrati

  • 23 settembre, 18:08
  • 23 settembre, 21:24
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Il documento ha il sostegno unanime di tutti i commissari

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Di: SEIDISERA/Ierace/RSI Info 

La risoluzione che chiede una profonda riforma del sistema giudiziario ticinese è stata affinata ed è praticamente pronta. “Lunedì prossimo ci sarà la firma”, dice alla RSI Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione giustizia e diritti che ha allestito un documento il cui peso risulta accresciuto dal sostegno unanime dei suoi membri.

La Commissione, ricorda Dadò, chiede sostanzialmente una riorganizzazione generale della giustizia: “Per quanto riguarda i termini più specifici, posso citare ad esempio, il codice etico. Ma c’è anche l’indipendenza finanziaria della magistratura e un potenziamento della magistratura dei minorenni. Altri aspetti verranno poi presentati”.               

Tra questi, nella risoluzione, spicca la reintroduzione della figura del sostituto procuratore pubblico che permetterà di accelerare i tempi della giustizia, senza però dover obbligatoriamente aumentare il numero di magistrati, ma anche la professionalizzazione dei giudici di pace. Ma c’è anche uno dei temi che maggiormente hanno scaldato il dibattito politico, ovvero il sistema di nomina dei procuratori pubblici. “La Commissione - dice il presidente Dadô - auspica l’introduzione di tutta una serie di misure di selezione che possano aumentare la qualità dei candidati”.

A nominare i magistrati sarà sempre la politica e nello specifico il Gran Consiglio. Cambierà però il sistema di valutazione della Commissione di esperti indipendenti che, secondo il nuovo documento, non si dovrà più concentrare solo sulle competenze giuridiche del candidato, ma dovrà allargare il proprio sguardo. Come ad esempio farebbe un efficiente servizio di risorse umane di una qualsiasi azienda.

Data per certa, quindi la firma della Commissione Giustizia e diritti, ora il documento arriverà sui banchi del Parlamento cantonale nella sessione di metà ottobre, per poi passare in mano al Dipartimento delle istituzioni. Questo almeno è ciò che auspica la Commissione. “Chiederemo al Consiglio di Stato di agire entro dicembre. Se questo non avverrà, evidentemente, con l’inizio del 2025 agirà il Gran Consiglio”.

Lex Ermani? “Assolutamente no”

Nella prossima sessione i deputati ticinesi si troveranno a discutere anche dell’iniziativa parlamentare elaborata che mira a fornire al Consiglio della Magistratura (CdM) uno strumento per sospendere in via cautelare un magistrato, di qualunque magistrato si tratti, compreso il presidente del Tribunale penale cantonale. Ma non chiamatela lex Ermani: “Assolutamente no. Sono degli aspetti - dice Dadò - che erano già stati sollevati dal CdM precedentemente a questi casi. Naturalmente l’acuirsi della situazione ha fatto sì che oggi bisogna procedere celermente. Comunque non è una legge per un giudice, ma è una legge che permette al CdM di poter agire anche in casi simili”.

SEIDISERA del 23.09.24                

03:14

Il sistema giudiziario ticinese si rinnova

SEIDISERA 23.09.2024, 19:24

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