Comano, 10 del mattino: destinazione Andermatt. Alle 11 circa siamo sulla strada del passo, praticamente deserta. Una frana caduta lo scorso 20 maggio dalla parte urana blocca il tratto tra Andermat e Göschenen. Risultato? La via non funge più da collegamento alternativo alla galleria autostradale fra il Ticino e la Svizzera interna. Una situazione che si protrarrà fino a metà luglio. Una chiusura che pesa come un macigno per chi ha aperto un’attività in quota.
Sul passo contiamo una dozzina di automobili in direzione nord. Altrettante in senso inverso. I veicoli con targhe straniere sono pochissimi: turisti che, ingannati dalla segnaletica carente, hanno deciso di imboccare la vecchia via per poi scoprire di dover tornare indietro.
“Per fortuna ci sono almeno loro”, affermano Danila e Bibo, proprietari del Chiosco Panorama: “Rimaniamo aperti da giugno a fine ottobre ma per la maggior parte del tempo la meteo è avversa. L'estate è fondamentale ma ora è una catastrofe: le nostre entrate si sono ridotte del 90% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.
Il Chiosco Panorama è vuoto: dei clienti neanche l'ombra
Danila e Bibo danno lavoro ad altri quattro abitanti di Airolo e, nonostante la situazione, non si sono tirati indietro: “Non abbiamo lasciato a casa nessuno ma quello che guadagniamo non ci basta nemmeno a coprire le spese giornaliere. Quest’anno chiuderemo in perdita. Siamo sull’orlo del fallimento”.
Pensare ad un risarcimento per i commerci toccati da questa situazione? Non se ne parla, Doris Leuthard è stata categorica: “Non esiste un diritto di accessibilità permanente”, ha dichiarato lunedì in Parlamento la consigliera federale.
Gallery, la vicenda in immagini
Da sessant’anni a 2'000 metri - Sono 59 estati che Elena Ramelli sale in cima al passo, a 2'108 metri d’altitudine, per cuocere e vendere ai viaggiatori i sui cervelat e bratwurst (i migliori in Svizzera secondo lei). Una simile penuria di veicoli in transito non se la ricorda. “Sono qui per vendere 10 salsicce al giorno, solo per non deludere i pochi clienti che passano. Non mi pago neanche la benzina”, afferma con la voce spezzata dalla rabbia per una situazione inaspettata.
Anche Marzio Eusebio, gerente delle strutture alberghiere in cima al passo, è disarmato: “Ho 40 dipendenti e ho dovuto lasciarne a casa oltre 30. Le vede le macchine parcheggiate? Una decina al massimo, la metà di chi lavora qui”. (GUARDA L’INTERVISTA VIDEO)
L'intervista a Marzio Eusebio e Elena Ramelli
RSI Info 09.06.2015, 20:45
A mettere in ginocchio l’economia del passo è soprattutto l’assenza delle orde di motociclisti che di solito bazzicano questa strada e dei pullman dei viaggi organizzati da cui sbarcano decine e decine di turisti, macchina fotografica al collo e portafoglio pieno. Arrivare in cima per una breve visita e poi ridiscendere per immettersi sull’A2 e affrontare il traforo comporterebbe lunghi ritardi sulla tabella di marcia, ore ed ore con le frequenti code in autostrada. Un’opzione impensabile per i tour operator.
Il deserto ad Adermatt - Non va certo meglio ad Andermatt. Il villaggio urano permane isolato, le strade sono pressoché deserte. I turisti? Neanche l’ombra.
"D’estate siamo una località di transito”, afferma sicuro
Francesco Coldesina, poschiavino che qui gestisce un ristorante e appartamenti di vacanza. “I clienti sono famiglie europee dirette in Italia, che si fermano a dormire per spezzare un viaggio di molte ore. Con il passo che non funge da via di collegamento con l’autostrada non hanno nessuna ragione di arrivare”.
Gallery: le immagini dal passo
Francesco non usa mezzi termini: “È una catastrofe. Ho una decina di dipendenti che non posso lasciare a casa altrimenti dove li vado a ripescare quando riapriranno il collegamento con Göschenen?”. Il ritornello è lo stesso: anche le sue entrate si sono ridotte di almeno il 90%. A nulla sono valsi gli investimenti per mostrarsi competitivo: la stagione è andata.
Le affermazioni di Doris Leuthard? “Sono sconvolto – ci dice – faremo una petizione per ottenere un risarcimento. Non abbiamo causato noi la frana e non è colpa nostra se ci vorrà così tanto tempo per mettere in sicurezza la strada”.
Tutti in fila appassionatamente - Al rientro la situazione è la stessa: le macchine che scendono verso sud si contano sulle dita di una mano, la nostra compresa. Quasi tutte targate Uri: abitanti di Andermatt o Hospental che per recarsi altrove a nord del massiccio sono costretti a imboccare il traforo in Ticino. Quando c’è colonna in autostrada l’entrata di Airolo viene però chiusa e sono costretti a immettersi nell’A2 dall’entrata di Varenzo. Al nostro ritorno il traffico scorreva ma lo scorso fine settimana le code erano interminabili: oltre due ore durante le quali aspettare in fila. Pazientemente.
Ludovico Camposampiero
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