L’ispettorato del lavoro impiega poco più di tre pagine per bocciare il contratto collettivo con il quale una ditta del Mendrisiotto, l’allora sedicente sindacato TiSin e l’associazione Ticino Manufacturing derogavano alla legge, introducendo un salario inferiore al minimo votato dai ticinesi di 19 franchi all’ora.
Nel documento, che la RSI ha potuto visionare, non si risparmiano critiche, anche pesanti, alle procedure adottate da quelle che si presentavano come parti sociali. Su TiSin (che ora si chiama Sindacato libero della Svizzera italiana) si legge ad esempio che non poteva essere considerato alla stregua di un sindacato, poiché non garantiva i necessari criteri di indipendenza e per lacune nella rappresentatività dei suoi membri. Inoltre, si solleva il tema dei conflitti di interesse con la parte padronale.
L’ispettorato del lavoro boccia pure l’iter che ha portato alla sottoscrizione del contratto collettivo, giudicato non migliorativo rispetto alle condizioni garantite dalle leggi svizzere e ticinesi. Un contratto che non sarebbe stato condiviso a sufficienza con le maestranze. Tanto più che all’assemblea dei dipendenti era presente anche il datore di lavoro. E non è tutto. Si parla anche di pressioni sui dipendenti come "o firmate o la ditta fallisce".
Le verifiche sul salario minimo
Il Quotidiano 22.06.2022, 21:00
Da qui la decisione dell’autorità cantonale, la sanzione alla azienda e l'invito ad adeguarsi al salario minimo. Una decisione contro la quale è possibile ricorrere al Consiglio di Stato e che potrebbe essere simile a quella toccata alle altre ditte che hanno firmato con TiSin.
Radiogiornale delle 12.30 del 29.5.2022
RSI Info 29.05.2022, 14:51
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E proprio a fine maggio TiSin ha cambiato veste. I leghisti Boris Bignasca e Sabrina Aldi hanno dato le dimissioni e il sindacato presieduto da Leonardo detto "Nando" Ceruso ha cambiato nome in Sindacato libero della Svizzera italiana.
Le motivazioni contro Tisin
SEIDISERA 24.06.2022, 20:21
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