Ticino e Grigioni

Sappiamo localizzare i pericoli naturali?

I recenti nubifragi fanno riemergere interrogativi sulla pianificazione del territorio - Le carte devono considerare anche il cambiamento climatico

  • 13 luglio, 19:06
  • 13 luglio, 21:14

SEIDISERA del 13.07.2024 - Il servizio di Luca Beti

RSI Info 13.07.2024, 18:56

  • Ti-Press
Di: SEIDISERA/RSI Info

Le carte dei pericoli - elaborate dai cantoni con il supporto della Confederazione - sono strumenti indispensabili per identificare le aree a rischio di piene, inondazioni, frane e valanghe. Queste mappe coprono sia le vie di comunicazione e gli insediamenti urbani sia le zone rurali, offrendo una visione completa delle minacce. Sono il frutto di analisi approfondite basate su modelli complessi, che rispondono a domande come: dove si sono verificate colate detritiche in passato, quanta pioggia è necessaria per muovere grandi massi e quali pendii sono più a rischio di smottamento.

“Ogni carta illustra una situazione e non è semplice valutare con esattezza i pericoli”, spiega David Bresch, professore di Rischi meteorologici e climatici al Politecnico federale di Zurigo. E “poiché questi dipendono da vari fattori che mutano nel tempo, le mappe vengono periodicamente controllate e aggiornate”.

L’aggiornamento delle carte dei pericoli non si basa solo sui dati storici, ma considera anche scenari futuri. E’ importante integrare nelle previsioni fenomeni legati al cambiamento climatico, come lo scioglimento del permafrost e l’aumento delle precipitazioni estreme. Zone oggi non a rischio potrebbero diventarlo in futuro. Sapere cosa succederà nei prossimi 30 anni è fondamentale per aiutare le autorità a pianificare misure di protezione.

L’accessibilità delle mappe è un punto di forza della Svizzera. “Il nostro sistema è invidiato da molti Paesi”, spiega ancora Bresch, “perché permette di costruire un futuro sicuro per le generazioni a venire, garantendo che strutture come le scuole possano essere progettate per durare e proteggere”.

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