Un sabato di tranquilla autogestione. A Lugano non erano più abituati da un po’. Questa mattina i simpatizzanti della "controcultura di strada" sono stati invitati a farsi sentire. Il ritrovo era fissato sul piazzale dell’ex Macello, ultima sede dei molinari, inagibile dopo demolizione di più di un anno e mezzo fa. Un modo, come si poteva leggere sul volantino di lancio, per "riscaldare il desolante scenario ipocrita di una città chi prima sgombera e reprime" e poi "parla di cultura indipendente e di città aperta".
Gli autogestiti sono tornati dunque a farsi notare, in strada. Scarni, se non nulli, invece, i contatti con il Municipio di Lugano, come dichiara alla RSI il sindaco Michele Foletti. "Abbiamo avuto contatti con qualcuno che al Macello faceva delle proposte, non con gli antagonisti. Abbiamo sempre detto che la nostra porta era aperta, ma nessuno è venuto a parlarci".
L’autogestione sembra uscita dall’agenda politica. "Non è più un tema - dice il sindaco - perché si sono trovate anche altre soluzioni. Il tema è per chi voleva far casino ed è sempre contro le istituzioni. Ma con l’antagonismo le soluzioni non si trovano. Con chi è venuto invece a discutere con noi qualche soluzione l’abbiamo trovata e proveremo con questo esperimento".
La novità, cui allude Foletti, è “La Tour Vagabonde”, una torre itinerante di undici metri per la cultura indipendente che alla Gerra, dal 28 dicembre a fine marzo, ospiterà eventi e concerti di artisti provenienti da tutta Europa. "Dovrà servire per acquisire una fiducia reciproca. Poi si potranno fare ulteriori passi", sottolinea ancora il sindaco.
Qualcuno sostiene però che l’appoggio del Municipio altro non sia che una sorta di “social washing”, un pubblico lavacro di coscienza. Insinuazione che Foletti respinge: "Possiamo creare progetti con chi viene a discutere con noi. Chi vuol essere antagonista a tutti i costi, tale resterà e si arrangi".
Ex Macello, 29 dicembre 2021, va in scena la rioccupazione
La rioccupazione dell’ex Macello a fine 2021 colse tutti di sorpresa. Che possa ripetersi è eventualità per ora abbastanza remota: "Al momento non abbiamo segnali in questo senso. Dovesse accadere ci comporteremmo come un anno fa. Né più né meno".
Il fatto che a Lugano, almeno politicamente, non si parli più di autogestione non potrebbe spingere ai azioni più plateali? "Non so rispondere. Ma personalmente penso che si potrebbe costruire un dialogo immaginando il futuro del nuovo ex Macello con delle nuove regole. Penso anche che si debba intavolare una discussione con la realtà universitaria e le associazioni studentesche" afferma la capodicastero Immobili, Cristina Zanini Barzaghi. "Si potrebbe immaginare una nuova associazione che prenda a carico degli spazio nel futuro ex Macello". Il sasso è lanciato in questo sabato di tranquilla autogestione.
Le altre pietre, quelle delle macerie della demolizione, continuano a restare al loro posto. In attesa che la Corte dei reclami penali si esprima sul decreto d’abbandono stilato dal procuratore generale Andrea Pagani, che non aveva riscontrato responsabilità penali da parte delle autorità. Anche questo blocca il progetto Matrix, la riqualifica voluta dal Municipio: "L’impasse del dialogo con l’autogestione , probabilmente, è anche il fatto che la questione non sia ancora chiusa dal punto di vista giudiziario. Speriamo ci concluda presto", è l'auspicio della municipale.