I vertici della casa anziani di Sementina sono compatti: durante la fase acuta della pandemia, tra il marzo e il maggio scorso, le misure anticovid vennero rispettate. I tre imputati e il quarto dipendente (sentito come persona informata sui fatti) respingono ogni addebito, dall’omicidio colposo all’accusa di contravvenzione alla legge federale sulle epidemie.
Ma che cosa, esattamente, viene contestato loro? Da un lato ci sono i rimproveri mossi dai famigliari di uno degli anziani deceduti. Dall’altro – si è appreso venerdì – gli aspetti evidenziati da un documento redatto dall’Ufficio del medico cantonale. Il rapporto, che il ministero pubblico ha poi acquisito, risale al mese di luglio. Fu scritto sulla base di quanto constatato durante i controlli disposti a Sementina, come in tutte le altre case anziani.
Il referto elenca una serie di criticità, legate a più ambiti. Tra questi il mantenimento delle distanze in alcune occasioni, le attività di socializzazione, l’organizzazione dei pasti, la gestione dei panni sporchi e puliti, l’accesso allo stabile di una ditta esterna incaricata di eseguire dei lavori.
Martedì gli interrogati hanno risposto punto su punto, ribadendo – come detto – di avere scrupolosamente seguito le norme prescritte dalle autorità. Si vedrà. Ora la procura esaminerà la documentazione prodotta dall’istituto.
I vertici della casa anziani di Sementina si difendono
Il Quotidiano 16.10.2020, 21:00