BancaStato archivia il primo semestre con risultati definiti ottimi, malgrado il contesto del coronavirus. L'istituto cantonale ticinese ha realizzato un utile netto di 37 milioni di franchi, ossia il 34% in più dello stesso periodo del 2020.
I ricavi si sono attestati a 121 milioni, in progressione del 7%, fa sapere la banca in un comunicato diffuso venerdì. Alla crescita dei proventi hanno contribuito le operazioni su interessi (+1% a 78 milioni), quelle su commissioni e da prestazioni di servizio (+12% a 31 milioni) e quelle di negoziazione (+26% a 10 milioni). In aumento si sono rivelati anche i costi, saliti del 6% a 68 milioni.
"Siamo particolarmente orgogliosi dei risultati finanziari ottenuti", afferma il presidente della direzione Fabrizio Cieslakiewicz, citato nella nota. L'attività si è espansa sia nel campo dei crediti immobiliari (11,0 miliardi a fine giugno, +7% rispetto a sei mesi prima), sia nel settore dei crediti a privati e aziende (+12% a 1,7 miliardi). La cifra di bilancio ha raggiunto 17,6 miliardi (+7%).
I patrimoni amministrati sono balzati a 20,3 miliardi, con un aumento di 1,92 miliardi (+10%) nei primi sei mesi del 2021 e afflussi netti per oltre 1,2 miliardi. Una evoluzione che è anche frutto dell'accordo sottoscritto a fine marzo con EFG International - l'entità che aveva rilevato la luganese BSI - che ha consentito a BancaStato di acquisire oltre 500 milioni di patrimoni e 420 milioni di crediti, prevalentemente ipotecari.
Nelle scorse settimane la FINMA ha inoltre deciso di far passare BancaStato ad una categoria superiore per quanto riguarda la vigilanza. "Vuol dire maggior controllo da parte del regolatore, perché naturalmente quando si sperano i 15 miliardi di bilancio ci possono essere ulteriori rischi. La banca presenta comunque una solidità importante, ben al di sopra di quanto stabilisce la legge", spiega Cieslakiewicz.