Con la realizzazione di Alptransit si è parlato molto di trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia in questi ultimi anni. I dati forniti da Hupac, specializzata nel trasporto combinato, non sono però confortanti. Con 1'104'000 spedizioni su rotaia, il 2022 si è chiuso con un calo del 1,8% rispetto all'anno precedente. E la cifra d'affari è diminuita di oltre il 2%. La ripresa del mercato dell'anno precedente, per Hupac si è scontrata con un contesto internazionale ostile.
“Se guardiamo i fattori macroeconomici principali – dice alla RSI la direttrice finanziaria di Hupac Benedetta Masciari – , ci sono stati un inizio di anno dove le regole del Covid, soprattutto per la quarantena, erano diverse nei differenti Stati, poi c’è stato l’inizio della guerra in Ucraina a febbraio e questo ha portato a un’esplosione dei prezzi dell’energia… a tutto questo si aggiunge pure la forza del franco che ha messo sotto pressione l’industria”.
Il prezzo del diesel è cresciuto meno di quello dell'energia elettrica, e ha creato così un problema di competitività, il pericolo è il ritorno al traffico merci su gomma. “Tornare sulla gomma non è comunque il futuro, noi siamo invece un business sostenibile. Vediamo tutti il traffico sulle nostre strade, per di più mancano autisti… di conseguenza la soluzione migliore è proprio quella dei tratti corti fatti su strada e quelli lunghi con la ferrovia” aggiunge ancora Masciari.
Infrastrutture: bene in Italia, i problemi stanno in Germania
Per questo però Hupac ha bisogno di stabilità delle infrastrutture: la società di Chiasso ha infatti ormai sviluppato la sua rete in tutta Europa e opera con 150 treni al giorno.
A sud, in Italia, le cose procedono bene, con la Confederazione che sostiene lo sviluppo dei terminal nel nord del Paese, di pari passo con i finanziamenti di Roma. I colli di bottiglia si trovano invece a nord della Svizzera: i cantieri sulla rete ferroviaria in Germania. "I problemi si hanno con i treni che vanno a nord di Basilea, verso i porti del Nord salendo per la Valle del Reno. I lavori sull’infrastruttura ci saranno per i prossimi anni, lo scorso aprile sono ad esempio partiti con un grosso cantiere che ha portato all’interruzione di tutta la catena”.
Una beffa, se pensiamo a quanto la Svizzera ha investito in Alptransit. E nei prossimi anni si potrà presentare anche la concorrenza dei camion elettrici. Un settore ancora pieno di incognite, sia tecniche sia di risorse umane, come appunto la penuria di autisti.