La politica ticinese ha sbloccato la pianificazione del settore anziani da qui al 2030, così come presentata dal Consiglio di Stato a dicembre dello scorso anno. Lo scenario prevede di mantenere il più possibile gli anziani a domicilio e che era rimasta ferma in commissione della gestione, data la possibile contrarietà delle autorità comunali. Comuni che con la nuova pianificazione pagherebbero 100 milioni all'anno, l'80% del conto totale. Ed è per questo che è stata proprio una lettera di via libera dei Comuni a convincere i commissari ad andare avanti.
"A un certo momento non si capiva bene se c'era il consenso o meno dei Comuni a questa pianificazione. Abbiamo chiesto più volte che ci venisse data conferma di questa adesione al progetto; questa mattina ci è arrivata una lettera degli enti locali che ci conferma l'adesione dei Comuni a questo progetto, per cui possiamo fare il preavviso alla Commissione Sanità e socialità. E il progetto può andare in votazione, spero nella prossima seduta del Gran Consiglio", spiega il socialista Ivo Durisch.
Sulla stessa lunghezza d'onda il leghista e relatore, Michele Guerra, che ha spiegato così i tempi dilatati: "Gli anziani sono un patrimonio inestimabile e pertanto è giusto procedere con la giusta attenzione, dedicata ai loro bisogni. Negli scorsi mesi abbiamo valutato con grande attenzione questa pianificazione-legge anziani, una pianificazione che oggi è stata sostanzialmente approvata".
Nella loro lettera gli enti locali hanno chiarito di non volere bloccare l'esame della pianificazione. Hanno però chiesto alla politica l'impegno, nero su bianco, a ribilanciare i costi e le entrate del settore anziani, sia tra i Comuni stessi sia tra Cantone e Comuni, così come previsto dal progetto Ticino 2020. E questo per rendere più sostenibile l'onere.
In generale, la nuova pianificazione prevede più posti letto nelle case anziani, ma anche e soprattutto un maggiore sviluppo dei servizi d'appoggio e delle cure a domicilio.