Adriana e Alberto Eisenhardt hanno lasciato tutto in Svizzera nel 2010 per trasferirsi in Brasile, terra di origine di Adriana, e aprire la Casa dos Curumins nella più grande favela di São Paulo. Un progetto, il loro, che era già stato lanciato nel 2005. Inizialmente, ci spiega Alberto, “come molti altri, cercavamo di aiutare a distanza. Dopo qualche anno, però, non ci bastava più. Da qui, la decisione di partire”.
La Casa dos Curumins
L’Associazione casa dos Curumins (“Casa dei ragazzi” in lingua Tupi-Guaranì) “ha come obiettivo quello di creare una solida alternativa alla fame, alla violenza e al degrado umano e ambientale che circonda i ragazzi e la comunità dove vivono”, si può leggere nella brochure di presentazione. Si tratta di una struttura complementare, ma non alternativa, alla scuola - “Chi viene da noi ha l’obbligo di frequentare la scuola pubblica;è anche il nostro modo di sostenerla” -nella quale si preparano pasti caldi a bambini e ragazzi e alle loro famiglie e vengono proposte attività musicali e artistiche. “La musica - spiega Alberto - in contesti come quello dove lavoriamo noi, diventa uno strumento fortissimo di trasformazione sociale. Inoltre, affidata ai ragazzi, è anche una forma di riscatto, di dignità, d'importanza che questi ragazzi non hanno e all’improvviso le trovano su un palco, con un pubblico ad applaudire il lavoro concreto che hanno realizzato, frutto del loro talento e del loro sforzo”.
La pandemia
La pandemia di Covid-19, che in Brasile sta ancora avendo effetti devastanti, ha costretto la Casa dos Curumins a bloccare tutte le attività in presenza, ma, ammette Adriana, “abbiamo osato non rispettare totalmente il decreto municipale e non abbiamo mai chiuso la mensa, continuando a offrire un sostegno alimentare alle famiglie”, che già prima della pandemia vivevano in situazione di povertà. “Se prima del coronavirus eravamo utili, ora lo siamo ancora di più”.
Marija Milanovic