“Abderrahim Moutaharrik non può assistere dal vivo al suo processo poiché è presumibilmente un uomo dello Stato islamico”. Parole messe nero su bianco dal giudice di Milano che ha fatto infuriare la difesa del 28enne marocchino poiché appaiono come una grave anticipazione di una sentenza di condanna.
A pochi giorni dalla prima udienza, si spegne così la speranza per l’ex campione svizzero di kick boxing di poter combattere in aula contro le accuse di terrorismo internazionale, così come aveva invece richiesto durante l’udienza – la prima – di martedì. Potrà replicare solo in videoconferenza dal carcere di Sassari dove è recluso da aprile.
Alla difesa, che lamentava una violazione dei suoi diritti, il magistrato risponde con uno scarno provvedimento in cui spiega che la partecipazione a distanza è prevista dalla legge, quando si pongono questioni di sicurezza o di ordine pubblico. L’accusato, aggiunge, avrà in ogni caso la possibilità di difendersi rendendo dichiarazioni spontanee in qualsiasi momento. Il processo riprenderà dunque il primo febbraio.
CSI/ludoC