Ci sono sviluppi nella vicenda – anticipata martedì dalla RSI – del sedicente principe etiope arrestato in Lussemburgo ed estradato in Ticino per rispondere di un presunto raggiro da oltre 10 milioni di franchi.
Due le novità emerse domenica, legate entrambe all’identità dei protagonisti. La tesi circolata in queste ore è che il 65enne non sarebbe, come sostiene, un discendente dell’imperatore Hailé Selassié. Si tratterebbe del figlio del suo giardiniere, che avrebbe poi ottenuto dai veri eredi il permesso di spacciarsi per uno di loro. Ecco perché, in vari documenti, comparirebbe anche un cognome italiano (Bissiri).
Di quell’aggiunta l’interessato ha dato però una spiegazione diversa: “Mio padre – ha dichiarato in sostanza agli inquirenti ticinesi – si sposò con una cittadina italiana. Quando scoppiò la rivoluzione e fummo costretti a fuggire all’estero, per un determinato periodo preferii usare il cognome Bissiri.”
Si vedrà. Certa è invece l’identità dei tre investitori che si dicono truffati. Sono tre affermati professionisti della piazza sottocenerina: un noto imprenditore, un fiduciario di Chiasso e un ex dirigente di banca. Persone, insomma, abituate agli affari. Il loro profilo non fa che accrescere lo stupore per un caso dai risvolti sempre più sorprendenti.