Giornata di stop oggi, sabato, sui campi da calcio ticinesi, a seguito dell'aggressione di un arbitro da parte di un giovane calciatore lo scorso fine settimana. "Non abbiamo dato un segnale solo per il calcio ma per la collettività perché dobbiamo necessariamente migliorare la nostra cultura", ci ha detto Davide Morandi, responsabile tecnico della Federazione Ticinese di Calcio.
L’episodio è stato molto grave. Tuttavia, osserva Morandi "il ragazzo non deve essere un capro espiatorio. Ha commesso un fatto grave che avrebbe potuto esserlo di più, ma occorre sostenerlo e aiutarlo a capire l’errore".
E’ però concreta la possibilità di una lunga squalifica per il giovane: "Le istituzioni faranno il loro corso naturale, ma ci deve essere anche un percorso sociale parallelo che lo porti a maturare insegnamenti positivi da una situazione così negativa. Limitarsi a sospenderlo non lo aiuterà".
Allora la proposta su come intervenire, a margine della sanzione disciplinare, arriva dallo stesso Morandi: "Perché non farlo arbitrare sei mesi perché capisca in prima persona come si sta dall’altra parte? Lo sport deve essere un momento di aggregazione capace di ricreare quelle condizioni favorevoli per tornare a comunicare in modo positivo tra individui nella quotidianità", ha concluso il tecnico cantonale.
AnP