La sperimentazione della distribuzione di cannabis a scopo ricreativo in Ticino, se ci sarà, la faranno i privati. In Svizzera si va verso una nuova regolamentazione di questo stupefacente e di progetti ne sono già stati avviati diversi, ma non al sud delle Alpi, dove due sono in rampa di lancio, in attesa del via libera dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Il Cantone però si chiama fuori. Il Gran Consiglio ne ha dibattuto lunedì e al termine della discussione ha accolto con 46 voti contro 35 e 2 astensioni il rapporto di maggioranza che raccomandava di respingere una mozione datata 2017.
“Non stiamo parlando di una liberalizzazione selvaggia ma di accompagnare un percorso serio e strutturato per testare una regolamentazione responsabile”, ha argomentato Laura Riget per il PS. L’assenza di progetti in Ticino, fin qui, lascia “un vuoto significativo nella raccolta di dati rappresentativi della nostra realtà”, ha rincarato Giulia Petralli per i Verdi.
Il Governo era contrario, come ha spiegato il consigliere di Stato Raffaele De Rosa. “Vien da chiedersi se sia opportuno destinare risorse cantonali quando possiamo già beneficiare sia dei risultati ottenuti in altri cantoni e (...) di quelli dei progetti ticinesi se Berna deciderà che uno o entrambi meritano di essere realizzati”. A destra, l’UDC ha detto di non voler “contribuire a una pericolosa banalizzazione della cannabis soprattutto agli occhi delle nuove generazioni”.